Sciopero della fame, “riceviamo intimidazioni”

I membri del Comitato spontaneo contro le nocività che picchettano la Loggia dicono di essere oggetto di stringenti controlli da parte delle forze dell'ordine.

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    (red.) Lo sciopero della fame del Comitato spontaneo contro le nocività davanti alla Loggia di Brescia non accenna a fermarsi, anzi. In un comunicato i membri del comitato hanno descritto alcuni episodi accaduti con le forze dell’ordine negli ultimi giorni. “Segnaliamo tentativi di intimidazione da parte delle forze dell’ordine che hanno identificato cittadini che si fermavano in piazza della Loggia per chiedere informazioni sullo sciopero della fame o, semplicemente, per leggere il nostro materiale informativo”, hanno fatto sapere.
    “Riteniamo ingiustificato questo  atteggiamento repressivo nei confronti di una protesta non violenta e civile, che nasce dalla necessità di contrastare e l’aggressione quotidiana  alla nostra  salute e all’ambiente in cui viviamo. Ci chiediamo quali pressioni abbiano sollecitato queste intimidazioni da parte delle forze dell’ordine e denunciamo che questo atteggiamento non è certo inquadrabile in un contesto di “normalità democratica””. Gli attivisti hanno iniziato lo sciopero della fame a turno ormai da 18 giorni per protestare contro la realizzazione della discarica di amianto a S. Polo. “Ribadiamo che la nostra lotta proseguirà finchè non otterremo risposte concrete alle nostre richieste che, peraltro, mirano a tutelare la salute dei cittadini ed il futuro del territorio dell’intera zona sud-est della città, fortemente inquinato e che necessita, subito, di interventi di bonifica e mitigazione”.
    Alcuni giorni fa il sindaco Adriano Paroli aveva incontrato i membri del comitato. “Ricordiamo le tre richieste che il sindaco si è impegnato ad accogliere”, hanno ribadito, “votazione in Consiglio Comunale di una mozione in cui si dichiara la contrarietà alla realizzazione della discarica di amianto di Via Brocchi a S. Polo, la convocazione da parte del sindaco di un incontro con l’imprenditore interessato, alla presenza di rappresentanti di comitati e cittadini, mirato all’immediata interruzione dei lavori di approntamento e riempimento della discarica, almeno fino al pronunciamento del Consiglio di Stato in merito al ricorso pendente e la richiesta da parte del Comune nei confronti della Regione di una approfondita revisione dell’intero iter autorizzativo della discarica in oggetto in considerazione delle incongruenze che stanno alla base del ricorso pendente, ma soprattutto alla luce dell’inchiesta Nicoli Cristiani e degli scandali che negli ultimi mesi investono, ormai quasi quotidianamente, elementi di spicco del Consiglio Regionale”.

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