In strada per chiedere la chiusura di Green Hill

Gli attivisti, circa 300 persone, si sono dati appuntamento all'angolo tra corso palestro e corso Zanardelli, scandendo con un megafono numerosi slogan contro l'allevamento.

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    (red.) Non si ferma la protesta contro Green Hill, l’allevamento di cani beagle destinati alla vivisezione che si trova a Montichiari, in provincia di Brescia.
    Il giorno 8 maggio è stata indetta una protesta internazionale con numerosi presidi in Italia e all’estero. Ancora una volta la richiesta degli attivisti è stata di chiudere la struttura. Mercoledì intanto, in senato, verrà definito il testo attuativo della direttiva europea che potrebbe far cessare l’attività di Green Hill.
    A Brescia gli attivisti, circa 300 persone, si sono dati appuntamento all’angolo tra corso palestro e corso Zanardelli, scandendo con un megafono numerosi slogan contro l’allevamento e la sperimentazione sugli animali.
    ”Green Hill assassini e torturatori”, ”Nessuna pace per gli aguzzini”, ”Basta vivisezione, è ora di agire per la liberazione”: sono alcuni degli slogan scanditi dai manifestanti.
    I cani di Green Hill ”devono essere liberi”, ha ribadito a Milano Michela Vittoria Brambilla. Circondata da cinque cuccioli di beagle, al parco di via Palestro, l’ex ministro ha voluto dimostrare che questi ”non sono prodotti, come li chiamano i dirigenti della Green Hill, o cavie da laboratorio, secondo me sono dei cagnolini”, cioeè ”esseri che hanno diritto a una famiglia, alla pappa e a un divano”.
    Tanti i bambini che si sono fermati a giocare con loro, mentre Brambilla ha fatto un triplo appello: direttamente alla Green Hill ”perchè torni oltreoceano, visto che l’Italia ha dimostrato di non volerla”; a tutti gli italiani per spiegare loro che appunto non si tratta di ‘prodotti’; e ai senatori che, in commissione Politiche comunitarie, dovranno esaminare un provvedimento che recepisce una direttiva europea e che all’articolo 14 prevede il divieto di allevamento di cani, gatti e primati per la sperimentazione e la vivisezione.
    Cani e padroni in piazza anche a Napoli, dove i manifestanti hanno chiesto anche il boicottaggio dei campionati Europei di calcio previsti in Polonia ed Ucraina dove, secondo le denunce delle associazioni mondiali a difesa degli animali, ”si sta perpetuando una vera e propria mattanza dei cani e gatti randagi”. In piazza del Plebiscito, davanti al palazzo della Prefettura, si sono date appuntamento decine di persone con i loro cani esponendo striscioni e foto choc che ritraevano animali vivisezionati.
    Alcune centinaia di persone, molte delle quali con un cane al guinzaglio, hanno manifestato infine per le strade di Genova. Il corteo, partito da piazza Caricamento, è sfilato per le vie della città fino a piazza De Ferrari dove i manifestanti hanno fatto un presidio per chiedere lo stop alla vivisezione e la chiusura dell’allevamento bresciano. Portando in corteo anche tanti cani, hanno sfilato a Milano gli attivisti di Fermare Green Hill, il coordinamento che si batte contro la chiusura dell’allevamento di Montichiari e che ha promosso e sostenuto iniziative in tutto il mondo contro la vivisezione.
    La manifestazione è partita da Piazza Mercanti e si è diretta in Pizza Duomo. ”Siamo tantissimi”, ha detto uno degli organizzatori, “e vogliamo urlare ad alta voce la nostra protesta contro la barbarie della vivisezione”.

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