Permessi migranti, l’incubo dei rigetti

Protesta dell'associazione Diritti per Tutti sabato mattina in Prefettura. Critiche al dirigente Sebastiano Cento: "Aveva promesso 24 pratiche al giorno".

(p.f.) Al grido di “dimissioni” e “diritti per tutti”, sono tornati in piazza gli immigrati che chiedono risposte sulla sanatoria 2012. Erano state 5.223 le donamde presentate, ma un anno e due mesi dopo solo 200 ne sono state accolte.
“Non solo”, spiega Arun Javid, dell’associazione Diritti per tutti, “stiamo assistendo a un aumento dei rigetti. I controlli sono a tappeto, con le forze di polizia che vanno casa per casa per vedere se davvero le persone lavorano. I datori di lavoro però si spaventano e danno anche risposte non vere. Sono otto mesi che incontriamo la Prefettura, ma non abbiamo ottenuto nulla”.
A settembre, era stato nominato il nuovo dirigente dello Sportello unico dell’immigrazione, Sebastiano Cento, con il compito di riorganizzare completamente il lavoro all’interno degli uffici di via Lupi di Toscna, per accorciare i tempi di attesa e adeguare il servizio per le domande di ricongiungimento, flussi e sanatoria 2009-2012. “Si era assunto l’impegno”, ha ricordato Driss Ennyia, coordinamento immigrati Cgil, “di sbrigare 24 pratiche al giorno. Su tre giorni di lavoro, avrebbe significato 72 pratiche a settimana. Purtroppo non ci risulta che le cose siano andate così, né ci sono stati forniti i dati, come invece ci era stato promesso”.
La preoccupazione è anche per i dipendenti. “Riconosciamo il loro lavoro, anche se si trovano in una situazione difficile”, sottolinea Driss. Nonostante gli sforzi, però, per chiudere le pratiche ci vorrebbero ancora tre anni, tempi lunghi che rischiano di compromettere l’esito positivo della regolarizzazione, con la conseguenza che oltre la metà delle domande totali potrebbero essere rigettate. “La situazione determinata dall’inchiesta della magistratura, ancora aperta”, aggiunge Sonia Mazzoleni di Cross-Point, “su cui non entriamo nel merito, ha prodotto un clima ulteriormente pesante sia per i lavoratori precari che per l’utenza. Un clima che crea un iter contorto e repressivo, che contraddice quello che è un meccanismo di emersione dall’illegalità, una sanatoria, arrivando a comprometterlo significativamente. Le istituzioni non possono far finta di nulla, devono pronunciarsi”.
Un invito diretto a parlare con le associazioni viene fatto alla deputata Pd bresciana Miriam Cominelli, che ha presentato un’interrogazione al governo sulla vicenda bresciana, dicendosi poi soddisfatta. “Cominelli venga un giorno in Prefettura, e vedrà la situazione”, sottolinea Mazzoleni. Nella mattina di sabato 7 dicembre, dunque, i migranti hanno protestato davanti alla Prefettura, e si sono poi spostati sotto la Loggia.
Non hanno chiesto un incontro con il Prefetto, però, perché, dicono gli attivisti,”sa già cosa chiediamo. La situazione bresciana rischia di determinare una vera e propria discriminazione tra chi ha presentato la domanda a Brescia e chi l’ha fatto in altre province, dove le pratiche sono ormai concluse. E’ molto grave il tentativo di far passare sotto silenzio la reale situazione del Sui di Brescia, soprattutto perché ad oggi non si vedono ancora soluzioni reali”.
In Loggia, l’incontro con il vicesindaco Laura Castelletti e con l’assessore all’ambiente Gianluigi Fondra. Lunedì l’incontro con l’assessore alla casa Marco Fenaroli. Poco soddisfatti i manifestanti che avrebbero invece voluto incontrare il sindaco Emilio Del Bono.

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