Diossina, uova sotto monitoraggio

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    uova.jpgRegione Lombardia ha predisposto un piano di controlli con l'Arpa.


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    (red.) Sul caso uova alla diossina che, qualche mese fa ha interessato (e preoccupato) anche la provincia bresciana con il riscontro, da parte dell’Asl di Brescia, della presenza degli elementi potenzialmente cancerogeni
    nelle uova raccolte a fine settembre in cinque piccoli allevamenti rurali (Brescia, Sarezzo, Castegnato, Montirone e Ospitaletto), situati vicino a grandi impianti siderurgici, è intervenuta anche Regione Lombardia con una delibera apposita recentemente pubblicata sul Burl.
    Nel Bollettino ufficiale di Regione Lombardia, l’8 giugno, si trova infatti la deliberazione
    n.IX/194 che concerne le “misure volte alla verifica ed al controllo dei casi di contaminazione da diossine di uova raccolte in allevamenti di diverse province della Lombardia”.
    Nel testo si legge che "Il Consiglio regionale della Lombardia, premesso che si è appreso dalla stampa locale che già a metà febbraio l’Asl di Brescia ha riscontrato nelle uova raccolte a fine settembre in cinque piccoli allevamenti rurali di Brescia, Sarezzo, Castegnato, Montirone e Ospitaletto, un livello anomalo di sostanze potenzialmente cancerogene e sostanze pericolose per l’ uomo e per l’ambiente bioaccumulabili”, e che, “il dipartimento di prevenzione veterinaria dell’Asl di Brescia ha emesso un’ordinanza che vietava il consumo di uova e di carne avicola in tutti gli allevamenti controllati, imponendo l’abbattimento delle galline, trovandosi i pollai vicino a grandi fonderie hanno generato il sospetto che la responsabilità fosse imputabile alle emissioni prodotte dagli impianti (i pollai sono privati e non sono allevamenti che servono la
    grande distribuzione), risulta anche che “controlli fatti sulle uova in pollai in provincia di Pavia, oltre a quello di Parona dello scorso febbraio, hanno evidenziato contaminazione da diossina (nella zona ha sede un impianto di termovalorizzazione di cui è stata chiesta alla Regione l’autorizzazione al raddoppio)”.
    galline.jpgIn considerazione di questi riscontri e visto che “i campionamenti rientrano in un piano di controllo regionale
    che la Regione aveva predisposto per il 2010 anche per verificare alcune non conformità relativamente alla presenza di Pcb e diossine in matrici alimentari emerse nel corso di alcuni piani di monitoraggio”, il Pirellone afferma che “al momento non è possibile imputare la causa di tali ritrovamenti agli impianti presenti nelle zone circostanti i pollai controllati in mancanza di dati relativi alle deposizioni al suolo, ma anche di controllo dei mangimi utilizzati dagli allevatori”, tuttavia, “visto che i cittadini sono preoccupati, in particolare perché non sono note le cause di tale fenomeno”, e che, “sono già due le province lombarde interessate da livelli di diossina nelle uova superiori alla norma, impegna la Giunta regionale ad informare il Consiglio regionale dei risultati del piano di controllo regionale di cui alle premesse, in modo da tranquillizzare i cittadini o, qualora fosse necessario, prendere i provvedimenti del caso”.
    Regione Lombardia si impegna anche “ad organizzare, in accordo con Arpa un piano integrato di
    controlli sul territorio regionale, in particolare nelle zone ritenute più critiche per la presenza di impianti potenzialmente inquinanti, che comprenda la misura dei contaminanti nelle deposizioni al suolo, nell’aria, nei vegetali presenti, nei mangimi e il controllo di tutti i parametri che potrebbero essere utili per dare risposte certe sulle cause di tale fenomeno ai cittadini lombardi” e “a valutare l’opportunità di organizzare campagne di formazione mirate agli addetti per garantire la buona prassi negli allevamenti al fine di prevenire comportamenti sbagliati e scongiurare apporti di sostanze pericolose nella dieta degli animali".

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