Cgil: “I soli? Erano simboli politici”

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    cgil-logo.jpgIl sindacato sulla vicenda di Adro. "Il tribunale ha ribadito la laicità della scuola".


    adro_scuola_zerbino.jpg(c.d.o.) I soli delle Alpi sono discriminatori e "il tribunale di Brescia ha respinto gli ultimi inutili tentativi del Comune di Adro di giustificare la loro presenza nella scuola". Così Damiano Galletti, segretario generale Cgil Brescia, ha commentato il rigetto del reclamo del sindaco Oscar Lancini da parte del giudice.
    "E' un'ordinanza molto importante, perché è il primo ricorso di questo tipo in Italia e in Europa", ha continuato Galletti, "visto che nessuna amministrazione prima d'oggi aveva mai pensato di mettere simboli politici in una scuola pubblica".
    Con l'ordinanza, depositata mercoledì, "il tribunale ha ribadito che i soli delle Alpi sono ricollegabili al simbolo politico della Lega Nord e che quindi discriminano in modo equivocabile insegnanti e alunni", ha proseguito il segretario della Cgil. Nel testo si legge infatti che "la presenza dei simboli discrimina gli insegnanti addetti alla scuola di Adro, creando una situazione di svantaggio consistente nella compromissione della libertà di insegnamento".
    E ancora: "La libertà in questo campo è talmente importante, che la Costituzione protegge non solo la libertà nella scuola, ma anche la libertà della scuola". Il Comune sarà quindi obbligato a rimuovere, a proprie spese, tutti i simboli dall'istituto e poi a ricollocare le suppellettili asportate prive del simbolo partitico. Ma dovrà anche esporre la bandiera italiana e quella europea in modo permanente e pubblicare in copia integrale l'ordinanza nella bacheca della scuola per una settimana.
    "E' incredibile come invece di analizzare i problemi veri e seri della scuola di oggi, siamo costretti a mettere l'argine a una situazione che mette in discussione la possibilità di vivere in un paese libero e democratico", ha commentato Galletti. Inoltre saranno a carico del Comune le spese legali, pari a 5.100 euro, più le spese per la pubblicazione integrale dell'ordinanza su un quotidiano nazionale.
    "Questa ordinanza", ha affermato l'avvocato del foro di Milano, Alberto Guariso, che ha seguito la pratica con il collega di Brescia Alessandro Zucca, "è un piccolo manuale di regole che devono stare alla base di una scuola pubblica". E ha precisato: "Il sindaco Lancini adesso che ha perso il reclamo deve pagare alla Gelmini".
    Un bel salasso per la casse comunali, che dovranno versare diverse decina di migliaia di euro. "Un utilizzo imbarazzante del denaro pubblico, che non manca in questi casi, ma scompare quando davvero serve", ha detto poi Galletti in riferimento alla riapertura del bando 2009 per il bonus affitti.
    E ha poi proseguito: "Il Comune infatti ha dovuto (secondo la sentenza n. 1348/10 del giudice del lavoro del Tribunale di Brescia, ndr) riaprire il bando per il fondo integrativo affitti, ma senza finanziarlo". Quindi sono state inviate le lettere alle famiglie che avevano fatto richiesta, informando che il consiglio comunale non ha accolto il rifinanziamento della riapertura del bando. E precisando che nella delibera comunale si fa presente che "la sentenza richiede solo la riapertura del bando e non il rifinanziamento dello stesso".

    Proprio partendo dalla vicenda della scuola di Adro la Cgil presenta, lunedì 28 febbraio alle 10 nell'aula magna dell'Itc Abba, la tavola rotonda "La scuola degli
    italiani: tra vecchie e nuove sfide". L'incontro sarà moderato da Domenico Chiesa della segreteria nazionale "Centro iniziativa democratica insegnanti".
    Interverranno Damiano Galletti, Pierpaolo Begni segretario generale provinciale Flc Cgil Brescia, Corrado Ezio Barachetti segretario generale regionale Flc Cgil, l'avvocato Guariso, Antonio D'Andrea professore alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Brescia, Raffaele Iosa dirigente tecnico Usr Emilia Romagna, Domenico Pantaleo segretario nazionale Flc Cgil, l'attrice Lella Costa e infine Susanna Camusso segretario generale nazionale Cgil.

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