Edison, soci italiani pronti a trattare

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    edison.jpgProbabile una proroga dell'accordo con Edf. La società vale 8 miliardi di euro.


    edison.jpg(red.) Boccata di ossigeno da 200 milioni di euro per Edison. A tanto ammonta il beneficio atteso per il 2011 dalla rinegoziazione del contratto di fornitura di gas concluso con Promgas, joint-venture tra l'Eni e Gazprom, che ogni anno rifornisce il gruppo elettrico con due miliardi di metri cubi di gas russo.
    Foro Buonaparte è riuscita a piegare le resistenze del partner, con cui aveva avviato un arbitrato nel 2010 dopo aver inutilmente trattato per spuntare uno sconto, ottenendo un ''adeguamento del prezzo del gas alle mutate condizioni del mercato in Italia''. Un gas che, in forza di un contratto 'take or pay' siglato prima dello scoppio della crisi, Edison era costretta ad acquistare a prezzi superiori a quelli di mercato, con pesanti impatti sulla redditività. ''La disponibilità a rivedere il prezzo di fornitura del gas", ha sottolineato l'Ad di Edison Bruno Lescoeur”, si è resa necessaria a seguito della drammatica caduta dei prezzi nel mercato italiano negli ultimi anni''.
    La buona notizia è arrivata a pochi giorni dall'annuncio della semestrale, su cui le attese erano piuttosto fosche, e che ora beneficerà di una parte ancora da quantificare dei 200 milioni che verranno registrati nel margine operativo lordo. Ma l'accordo con Gazprom, al di là degli effetti sul conto economico, potrebbe contribuire a sbloccare gli altri arbitrati che Edison ha in corso con Eni, Sonatrach e Qatar Petroleum, per un totale di circa 12 miliardi di metri cubi di gas l'anno.
    Anche perchè mai prima d'ora Gazprom aveva accettato di rivedere il prezzo dei suoi contratti.
    Mentre il management difende con i denti la redditività del gruppo, è pronto a partire il confronto tra i soci per definire i termini del 'divorzio' in Foro Buonaparte. Dopo i consigli di A2A oggi è stato il turno di Delmi, la holding degli azionisti italiani, riunirsi e confermare ai vertici della multiutility lombarda Giuliano Zuccoli e Renato Ravanelli, la delega a trattare con i francesi di Edf. I piccoli soci di Delmi, che avevano preannunciato 'maretta' in consiglio per il loro mancato coinvolgimento nelle trattative, hanno ottenuto di condividere la strategia e di essere tempestivamente informati.
    I soci di Delmi, ha detto il suo presidente Franco Baiguera, sono ''allineati'' nel ritenere che il valore di Edison non è espresso dalla borsa ''ma e' molto vicino al valore del patrimonio netto''. Per Delmi Edison vale dunque 8,1 miliardi di euro contro i 4,5 che gli attribuisce Piazza Affari, e su questa base trattera' per definire il prezzo dell'opzione di vendita ai francesi della quota di minoranza del 30% di Edison.
    Baiguera ha ricordato che anche Edf ha in carico le azioni al valore del patrimonio netto (1,5 euro l'una), in quanto il prezzo di borsa (0,83 euro) non è ''considerato un riferimento attendibile''.
    La soluzione al riassetto andrebbe infatti trovata entro il 15 settembre, pena un'asta tra il colosso transalpino e i piccoli soci italiani, ma una ''proroga tecnica di qualche settimana o qualche mese'', ha detto Baiguera, non sarebbe un dramma qualora servisse, una volta raggiunto un accordo di massima tra le parti, a definire ''gli aspetti tecnici e giuridici'' dell'intesa.
    "Edison" per il presidente del consiglio di sorveglianza di A2A (La multiutility nata dalla fusione tra Aem di Milano e la bresciana Asm), Graziano Tarantini, "dovrebbe avere un presidente italiano a valle del riassetto". I "desiderata" del presidente bersciano erano stati espressi martedì scorso all'uscita del vertice informale del consiglio di gestione che si è svolto a Milano.
    Tarantini ha dunque confermato che una volta conclusi i negoziati con Edf, da chiudersi entro il 15 settembre, Foro Buonaparte potrebbe avere un presidente italiano.

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