Acqua, controlli nei pozzi privati

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    acquagialla.jpg Il rischio si chiama cromo. La Loggia vuole avviare una campagna di accertamenti.


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    (s.s.) Questa volta la Caffaro non c’entra. Anche se, di nuovo, si parla di inquinamento del terreno e della falda nella zona Sud di Brescia. Il caso era scoppiato due anni fa, con un piezometro nell’area di via Orzinuovi che aveva rilevato nove mila microgrammi per litro di cromo esavalente, quando il limite consentito nella falda è cinque (leggi qui e qui). Il valore massimo sale a 50 invece per la potabilità dell’acqua come somma fra cromo trivalente (non pericoloso) ed esavalente. Oggi sono arrivati gli avvisi pubblici per i possessori di pozzi privati nella zona che vengono chiamati all’ordine.
    Dopo due anni di indagini da parte del Nucleo investigativo di tutela ambientale della procura di Brescia, sono partiti procedimenti penali e amministrativi nei confronti della ditta Baratti, a ridosso di via Orzinuovi, che da anni ha un'attività di cromatura di spessore e nella quale viene utilizzato l’acido cromico, che una volta decaduto diventa cromo esavalente, e quindi cancerogeno (leggi qui).
    Dopo il rilevamento del piezometro a maggio del 2008, i carabinieri hanno trovato nella falda a 18 metri di profondità a ridosso dell’insediamento produttivo una quantità di cromo 6 pari a 500 mila mg/l e valori fuori controllo anche di solventi clorurati. Una enormità. "Abbiamo indagato per capire quanto l’inquinamento fosse esteso", ha spiegato il maresciallo Antonio Oriente, responsabile del nucleo investigativo, "e abbiamo chiuso i pozzi contaminati per acquisirli come prova". Si parla però di pozzi, sia pubblici sia privati, scollegati dalla rete dell’acquedotto municipale già da diverso tempo. Il cromo esavalente, infatti, non è mai finito nell’acqua dei nostri rubinetti.
    Non si può dire lo stesso, però, per i pozzi di cui il comune non è a conoscenza, e che cittadini privati possono essersi scavati nel giardino di casa per dar da bere all’orto o alimentare la piscina. Da qui l’idea di emanare un avviso pubblico attraverso il quale si invitano i possessori di tali pozzi ad inviare i risultati delle analisi chimiche, se il serbatoio è per uso potabile, o i certificati con titolarità, ubicazione, caratteristiche tecniche, quantità di acqua emunta ed eventuali analisi se il pozzo è per uso zootecnico e irriguo (in questo caso le analisi non sono obbligatorie per legge). I documenti devono essere inviati entro il 31 ottobre al settore ambiente ed ecologia di via Marconi 12.
    In questi due anni di indagini, però, gli investigatori dei carabinieri hanno scoperto un altro fondo di inquinamento dello stesso tipo con probabile origine nella Valtrompia. "Abbiamo iniziato il monitoraggio dei pozzi anche nei comuni di Lumezzane, Gardone, Villa Carcina e Sarezzo e le indagini sono ancora in corso, anche se i livelli di cromo esavalente sono molto più bassi di quelli riscontrati a Brescia, intorno ai 150-200 mg/l" ha confermato il maresciallo Oriente.
    "Il territorio del capoluogo è assolutamente sotto controllo", si è affrettato a ribadire Angelantonio Capretti, responsabile del settore Ambiente del comune. "L’acqua del rubinetto di Brescia è sempre stata potabile e non è mai stata contaminata dal cromo". L’avviso pubblico, ha spiegato l’assessore Paola Vilardi, è una "estrema precauzione, per poter avere il quadro completo della situazione dei pozzi privati che oggi sfuggono al nostro controllo. Sempre che ce ne siano".
    Oggi quasi il 98% della popolazione bresciana è collegata all’acquedotto comunale, i pozzi privati, in genere, vengono utilizzati per l’acqua potabile solo in rari casi di eccessiva lontananza dalle tubature.
    L’inquinamento a ridosso di via Orzinuovi, in ogni caso, è sotto controllo grazie ad un depuratore che sta pulendo la falda inquinata e a serbatoi di contenimento che fanno da barriera e impediscono all’acqua di contaminarsi nuovamente.
    Resta incerta, tuttavia, la fonte dei solventi clorurati che sul territorio della città non è ancora stata individuata.

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