“Adottiamo gli olmi di via Odorici”

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    odorici.jpgLa proposta delle associazioni contro il taglio degli alberi nel giadino del Carmine.


    odorici.jpg(red.) “Adottare gli alberi”. Questa la proposta emersa dall’incontro che si è svolto mercoledì all'auditorium della scuola elementare Manzoni in via dei Mille promosso da  Italia Nostra, Cittadine e cittadini per la difesa dei giardini di via Odorici, Sos alberi, Comitato per la salute, la rinascita e la salvaguardia del centro storico, Polisportiva centro storico e Comitato via Dal Monte, per “Salvare gli alberi di via Odorici”.
    L’area, situata nel quartiere Carmine a Brescia, è interessata da un progetto di riqualificazione urbana che prevede l’abbattimento di diversi esemplari di olmi, almeno 38 sui
    58 che costituiscono l’attuale boschetto, unico ‘polmone verde’ in quella zona per realizzare un nuovo giardino (da 350 a 850 metri quadri per il livellamento verso l'alto delle scarpate) con 15 fusti di media grandezza, e oltre 700 arbusti. Un progetto i cui oneri ammontano a 1milione e 600milaeuro.
    Per gli ambientalisti e le associazioni di cittadini che vi si oppongono,
    la perizia effettuata dal comune sullo stato di salute degli alberi è parziale, “operata soltanto su quelli situati sulla parte pianeggiante del giardino”, ovvero quelli che, in base al progetto dovrebbero rimanere, mentre mancano i dati sugli altri olmi.
    Perplessità sono state espresse anche sui costi di realizzo che comprendono, oltre al rifacimento di via Odorici pure la riqualificazione del bunker sottostante al giardino. Per Italia Nostra il sito “andrebbe conservato”, mentre Paolo Vitale dei Verdi ha suggerito l’ “adozione, uno per uno, degli alberi”, proponendo, per l’occasione, una manifestazione apposita.
    Ma per l’agronomo Fiorenzo Pandini, responsabile tecnico incaricato dal comune per la perizia sugli alberi del giardino, “Quando si abbatte un albero la città urla, sempre e comunque”, senza tenere conto dell’effettiva condizione degli stessi. Il perito ha spiegato che 40 di questi alberi sono stati piantumati in tempo di guerra, mentre i restanti sono “comparsi naturalmente, spesso in posizioni del tutto non idonee”. “Gli alberi sono in parte cementati al piede (murati vivi), deperenti o sottodimensionati rispetto alle esigenze di luce”.
    Inoltre, secondo quanto riferito dall’agronomo, “il comune, in accordo con la Soprintendenza, ha optato per la soluzione conservativa che garantisce il mantenimento della dozzina di alberi in migliori condizioni nonchè l'inserimento di 15 nuove piante e circa 500 arbusti”.
    “L'iter progettuale è stato impeccabilmente seguito e sviluppato nel rispetto delle condizioni ambientali esistenti e delle esigenze di fruizione della cittadinanza”, ha spiegato il tecnico, “il verde è vivo, respira e si muove ma la non cultura e l'arroganza ignorante (intesa come non conoscenza) domina le piazze”.
    Un appunto che
    Rossana Bettinelli, presidente di Italia Nostra, rispedisce al mittente: “Dice che non abbiamo le basi culturali? Meno arroganza e discutiamo su chi ha le competenze", ricordando che "i tecnici prendono più soldi più i progetti sono costosi”.

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