Macogna, 12 persone indagate

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    cava inerti.jpgPer traffico e smaltimento illegale di rifiuti. Sequestro di beni per 4 milioni di euro.


    cava inerti 1.jpg(red.) Sono 12 le persone indagate dalla procura di Brescia per traffico e smaltimento illegale di rifiuti in seno all’inchiesta che, nei giorni scorsi, ha portato al sequestro di parte della cava Macogna di Travagliato e Cazzago, nel Bresciano.
    Contestualmente sono stati sequestrati beni per quattro milioni di euro e 12 imprenditori attivi nel settore edilizio e del trasporto di inerti sono finiti nei guai: si tratta B.P.F e B.M. di Gussago, B.F. di Brescia, G.G. di Borgo San Giacomo, M.M. di Brescia, F.E. di Brescia, G.G. di Crotone, B.A. di Borgosatollo, R.G. e R.G. di Bagnolo Mella, T.F. e G.T. di Montichiari.
    L’attività di escavazione era stata subappaltata, secondo le indagini del Gico della Guardia di Finanza, dalla ditta Bregoli alla Nord Cave che non sarebbe stata ancora in possesso delle autorizzazioni necessarie per effettuare i lavori. Una mancanza di autorizzazioni che non ha impedito che i camion conferissero nell’area terriccio e diversi materiali. Un via vai sospetto che ha allertato non solamente i cittadini ma anche l’amministrazione comunale di Travagliato interessata a realizzare nella zona il parco di interesse sovracomunale.
    Il materiale depositato nella cava Macogna? Proveniva dal cantiere di Mapello, nella Bergamasca, luogo salito alla ribalta della cronaca perché fu quello in cui si concentrarono le ricerche di Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa da casa il 26 novembre e poi trovata morta in un campo a pochi chilometri di distanza da casa, a Chignolo. Il terreno scaricato nel Bresciano proviene da un'ex distilleria di petrolio bonificata, che per gli inquirenti andava verificato e sottoposto a controlli data la possibile persistenza di idrocarburi, scorie e sostanze inquinanti.
    macogna.jpgMa la Macogna ha già fatto parlare di sé. Una prima volta il sequestro fu effettuato nell’area nordest, in territorio di Cazzago San Martino, ed ancora oggi restano aperti problemi da risolvere per i rifiuti conferiti illegalmente. Ora la storia si ripete nell’area a sud, di proprietà dell’azienda Nord Cave srl, prevalentemente in territorio di Travagliato.
    I Comuni direttamente o indirettamente interessati, Cazzago San Martino, Travagliato, Berlingo e Rovato denunciano per l’ennesima volta l’inaffidabilità di operatori che utilizzano questi bacini estrattivi per nascondere rifiuti, piuttosto che per esercitare le attività autorizzate.
    Tredici
    le perquisizioni nelle sedi delle società a vario titolo coinvolte nel traffico dei rifiuti; due quelle effettuate nell'abitazione del principale responsabile dell'illecito traffico, una cava sottoposta a sequestro preventivo, sotto sigili anche 18 motrici, 15 rimorchi, due escavatori e una pala meccanica, e il cumulo di materiale ancora presente nel cantiere di Mapello (sequestro probativo), e di altri terreni adibiti a cava e acquisizione documentale in un comune della Bergamasca. Coinvolte in queste attività non solo le province di Bergamo e Brescia, ma anche quelle di Reggio Emilia, Crotone, Torino, Vicenza e Siena.

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