Edison, scatta il conto alla rovescia

(red.) Il riassetto di Edison entra nel vivo alla ricerca del difficile punto di equilibrio in grado di soddisfare gli interessi dei tanti protagonisti. Giovedì farà il suo ingresso al ministero dello Sviluppo economico, Henri Proglio, numero uno di Edf, il colosso energetico transalpino che in Foro Buonaparte ha investito qualche miliardo di euro e che vuole porre fine a una infelice convivenza con i suoi partner italiani, riuniti nella holding Delmi e guidati da A2A.
Ad accoglierlo ci saranno il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, e il sottosegretario con delega all’energia, Stefano Saglia, nelle cui mani è finito il dossier dopo che a marzo il Tesoro aveva bocciato, con gran rabbia dei francesi, la bozza di intesa raggiunta dai soci imponendo una proroga dei patti fino a metà settembre. Nel pomeriggio si riunirà il consiglio di gestione di A2A (la multiutility nata dalla fusione della bresciana Asm e della milanese Aem) per discutere l’esito dell’incontro. La speranza è che dal faccia a faccia possa scaturire un accordo di massima che spetterà poi ai soci dettagliare in modo compiuto. Difficile, anche qualora al ministero fili tutto liscio, che il ‘divorzio’ possa essere consumato in tempo per la scadenza del patto.
”Il 14 settembre è dietro l’angolo ed è inevitabile una proroga dei termini” ha ammesso oggi Andrea Viero, direttore generale di Iren, uno dei soci di Edison, ipotizzando un lavoro di altri ”due mesi” per dettagliare l’eventuale intesa. In queste ore sembra prendere corpo l’ipotesi, emersa a metà agosto, dell’attribuzione di Edipower, la società di produzione di energia elettrica che controlla un parco di nove centrali, a Delmi. Un piano caldeggiato dal numero uno di A2A, Giuliano Zuccoli, che permetterebbe di mantenere sotto la bandiera italiana un importante parco produttivo (7.600 megawatt). L’ipotesi, spalleggiata dalla Lega, sembra piacere anche al ministero dello Sviluppo economico, i cui tecnici l’avrebbero coltivata quest’estate, e probabilmente sarà oggetto del negoziato con Proglio. In ballo ci sarebbe il 50% di Edipower detenuto da Edison che potrebbe essere oggetto di uno scambio con la quota del 30% della stessa Edison in mano a Delmi o eventualmente essere rilevata dal veicolo (si parla di un valore di 1/1,5 miliardi) con l’appoggio della Cdp.
Si tratta di vedere quale sarà la reazione dei francesi a un’ipotesi che li priverebbe della Edison ‘gas company’ ipotizzata a marzo. L’alternativa è quella di ‘rinverdire’ l’intesa di primavera con una opzione di vendita agli italiani sulla quota di Edison ancorata al valore del patrimonio netto, così da evitare perdite fino al miliardo di euro, e magari concedere qualche asset in più rispetto alle centrali idroelettriche di Edipower. Intanto anche all’interno di Delmi i nervi restano tesi. ”Siamo molto determinati a difendere i nostri interessi e abbiamo tutti gli strumenti societari e giuridici per farlo” ha ammonito Viero, nel caso in cui A2A ed Edf concludessero un accordo penalizzante per i piccoli soci di Edison. Se così fosse, ha avvertito, si rischia di ”compromettere e complicare la chiusura di operazione già straordinariamente complessa”.

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