Dalla Libia a Brescia: l’emergenza profughi

A Passirano ritorna la Festa dei popoli che quest'anno si interroga sull'arrivo dei migranti da Lampedusa. E gli estremisti di destra si sono già fatti sentire.

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    (s.s.) L’arrivo dei profughi dalla Libia a Lampedusa si è fatto sentire anche a Brescia. Da alcuni mesi più di duecento richiedenti asilo politico sono ospitati a Montecampione, Castegnato, Corteno Golgi, in Val Palot, Malegno e in altri paesi della Valcamonica su richiesta della Prefettura.
    Dopo l’arrivo, però, i comuni ospitanti hanno denunciato un sostanziale abbandono da parte delle istituzioni centrali che li hanno lasciati soli a fare i conti con persone in grave disagio economico, fisico e a volte anche mentale. Di tutto questo si discuterà sabato 17 alle 17.30 in un dibattito organizzato all’interno della “Festa dei popoli – festa antirazzista” nell’area feste Camignonissima di Passirano dalle associazioni “Terre unite” e “Rete sociale e solidale” (in programa da venerdì a domenica).
    Porteranno la loro testimonianza Mauro Mandracchia dell’associazione “Askavus” che a Lampedusa sta monitorando la situazione dei profughi, Ines Guesmi e Roberto Alberti della “Rete Solidale SuAMontecampione” che sta garantendo l’assistenza minima ai profughi di Montecampione, Alessandro Domenighini sindaco di Malegno che ha attivato un progetto di micro-accoglienza, Giuseppe Orizio sindaco di Castegnato che si sta impegnando a supportare la presenza dei profughi dislocati sul suo territorio e Clemente Elia dello Sportello Rifugiati della Cgil di Brescia che sta monitorando la situazione degli arrivi in provincia.
    Il dibattito, “Da Lampedusa a Montecampione, l’emergenza profughi: fra l’affare dell’accoglienza e la negazione dei diritti”, racconterà le esperienze degli isolani chiamati a fronteggiare ogni giorno il fenomeno dell’immigrazione e quelle dei paesi che a Brescia in queste settimane stanno vivendo le medesime condizioni. Oltre al momento di riflessione, però, ci sarà anche spazio per la musica dal vivo (venerdì con la Piccola orchestra Karasciò, sabato con il rap degli Italian Farmer e altri e domenica con I Malghesetti), per la cucina bresciana e italomarocchina, per lo svuota cantine dei giocattoli (domenica pomeriggio) pensato per i più piccoli e per la cultura con due mostre, una fotografica di Italo Bonera sui fatti della gru di via San Faustino dello scorso autunno e una a fumetti giunta direttamente da Lampedusa, “Le rughe sulla frontiera”.
    In queste modalità, la festa è al secondo anno di vita, e fin da subito sono iniziati i problemi con le realtà di estrema destra della zona. “L’anno scorso appena fuori dalla nostra area sono stati appesi dei volantini firmati “Autonomi nazionalisti” in cui si denunciava “l’invasione” degli stranieri in Italia, quest’anno invece è già comparso uno striscione sempre a sfondo razzista sul cavalcavia di Valenzano firmato con una croce celtica”, ha spiegato Anna Zinelli, portavoce dell’associazione “Terre unite”.
    La Digos ha già fatto rimuovere la scritta, “tuttavia non sono episodi che ci preoccupano, anche se denotano il clima che si respira oggi a Brescia”. L’anno scorso il ricavato della festa è andato a sostenere parte delle spese legali legate ai fatti della gru di Brescia, mentre quest’anno una parte andrà a finanziare l’operato della “Rete Solidale SuAMontecampione” che nella cittadina valligiana sta sostenendo spese per comprare abiti e scarpe per i profughi ospitati.

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