“Pgt non approvato ma già illegittimo”

Secondo il Pd di Brescia il documento è stato realizzato senza rispettare l'articolo 13 della regione, che prevede le consultazioni delle parti sociali.

Il gruppo consiliare del Pd di Brescia contro il nuovo Pgt(s.s.) Il piano di governo del territorio della città di Brescia non è ancora stato approvato, ma potrebbe già avere un piede nella fossa. A sostenerlo è il gruppo consigliare del Partito Democratico che nei prossimi giorni depositerà una pregiudiziale con la quale si chiede al segretario generale del comune di verificare che le procedure di approvazione del Pgt siano avvenute secondo la legge.
È opinione dei consiglieri guidati da Emilio Del Bono che non sia stato rispettato l’articolo 13 della legge regionale 12/2005 in cui è prescritto: “Prima dell’adozione degli atti del Pgt il comune, tramite consultazioni, acquisisce entro 30 giorni il parere della parti sociali ed economiche”. La conferenza di presentazione del documento di piano, una delle parti che compongono il Pgt, si è tenuta il 27 luglio. Da quella data il comune ha fatto decorrere i 30 giorni previsti, allungandoli fino al 14 settembre, per la concomitanza delle ferie estive. Il 26 settembre in consiglio si terrà la discussione generale e il 29 la seduta per l’adozione.
I consiglieri però hanno denunciato la mancanza di disponibilità dei documenti: il piano delle regole, il piano dei servizi e le norme di attuazione che compongono l’intera documentazione “non sono mai stati pubblicati e mai messi a disposizione delle realtà sociali ed economiche che su di essi dovevano esprimersi”. Lo stesso piano delle regole e le norme di attuazione sono state consegnate in commissione urbanistica soltanto il 14 settembre, ultimo giorno utile per le osservazioni.
Secondo il Pd, quindi, sussisterebbero gli estremi per le associazioni di categoria per un ricorso al Tar che rigetti il Pgt che dovrà essere approvato dall’amministrazione entro il 31 marzo 2012. “Questa elusione dei doveri nei confronti delle parti sociali è un fatto gravissimo”, ha commentato il capogruppo in Loggia Del Bono, “è vero che dopo l’adozione ci saranno 180 giorni di tempo per discutere delle osservazioni, ma si potranno solo correggere i dettagli, la struttura del Pgt non verrà più scalfita. Non è vero che la redazione del piano è stata partecipata, le parti sociali non hanno potuto esprimere un giudizio su tutti i documenti”.
Il gruppo di opposizione sostiene che almeno le associazioni di categoria dei commercianti avrebbero voluto dire la loro. “Questo è un piano fortemente a favore della grande e media distribuzione, mentre si lascia pochissimo spazio ai negozi di vicinato. I negozianti avevano il diritto di dire la propria”, ha aggiunto Del Bono. “La stessa cosa riguarda l’offerta abitativa: si privilegia molto l’edilizia libera e non quella residenziale pubblica o convenzionata. Queste sono scelte politiche, la città ha il diritto di poter esprimere i propri bisogni”.
Il consigliere Alfredo Bazoli ha rincarato la dose: “Per la stesura di un piano che sarà l’immagine della città del futuro, i suoi cittadini non sono stati chiamati ad esprimersi. Questo mancato coinvolgimento potrebbe portare all’illegittimità degli atti approvati”. “Non è solo una questione di procedura”, ha aggiunto Aldo Boifava, “l’amministrazione ha deliberatamente scelto di non ascoltare la città”. “E’ una dichiarazione di autosufficienza da parte della Loggia”, ha detto Luigi Gaffurini, mentre il segretario cittadino Giorgio De Martin ha concluso con una battuta: “E’ l’ennesima dimostrazione che non vogliono si disturbi il manovratore”.

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