A2A: sì al dividendo. Sarà l’ultimo?

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    (red.) E’ stato approvato a larga maggioranza (il 99% dei soci ha detto sì) il dividendo di A2A, la multiutility milanese-bresciana, pari a 186 milioni di euro subito e ad altri 111 milioni entro novembre, suddivisi tra 126 mila soci.
    La ricca cedola che verrà data ai soci è pari a 0,060 euro per ogni azione (prima tanche il 20 giugno prossimo), a cui si aggiungerà, il 21 novembre, un altro “dividendo addizionale” di 0,036 euro per azione.
    La Loggia detiene il 27,4% del capitale sociale, Milano il 27,6%, e nelle casse del comune di Brescia entreranno dunque ben 82,5 milioni di euro.
    Una somma che fa tirare il fiato all’amministrazione, alle prese con i conti di bilancio e con le spese per la realizzazione (e futura gestione) del metrobus.
    Tuttavia Graziano Tarantini, presidente del Consiglio di sorveglianza, ha voluto mettere in chiaro che la tendenza andrà cambiata, questo per venire incontro alla richiesta sempre più pressante da parte dei soci minoritari che spingono sul tema degli investimenti. Per Tarantini, nel prossimo futuro, sarà necessario dare un input alle politiche di sviluppo e, già dal bilancio 2011, il monte dividendi non supererà il 60% dell'utile di esercizio.
    Chiarita anche la natura dell'investimento effettuato in Montenegro, con l'acquisizione del 43,7% della società Epgc per il quale il numero uno della sorveglianza ha affermato che le prospettive future sono positive. Una certezza alimentata dal fatto che verrà realizzato il cavo con cui Terna collegherà il Montenegro all'Italia, con un’importazione di 12 miliardi di chilowattora di energia da fonti rinnovabili, di cui sei proprio dal Montenegro. Con un evidente ritorno economico per A2A.
    Per quanto concerne poi il riassetto di Edison, Tarantini ha ribadito di essere sicuro che, entro luglio verrà siglato il patto con i soci francesi e, anche senza l’intervento del Governo (il ministro dell’Economia Giulio Tremonti aveva stoppato l’iter con lo scopo di difendere il patrimonio italiano di Edison) l’accordo ci sarà, riprendendo la bozza vergata a marzo.

    Il gruppo A2A manterrà poi un presidio nel settore dell'acqua e del ciclo idrico, ma lamenta la mancanza di chiarezza sulla remunerazione degli investimenti, conseguenza dell'approvazione del referendum sull'acqua. Lo ha affermato il presidente del consiglio di sorveglianza, Graziano Tarantini, durante l'assemblea annuale.
    "A2A ha una controllata operante nel settore dell'acqua", ha ricordato, "dove il comune di Brescia aveva messo i propri asset.
    Ora, dopo il referendum, si crea un vuoto normativo, il problema è come remunerare gli investimenti necessari".
    Secondo Tarantini, "va bene che anche i cantanti parlino dell'acqua, ma poi mi dovete spiegare come facciamo a portare il ciclo idrico nelle case. Comunque, al di là dei guadagni, una multiutility come noi deve presidiare quest'area, bisogna conciliare gli interessi degli azionisti con la volontà espressa nei referendum".

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