Ponte Crotte, “pericoloso per bici e pedoni”

Così l'architetto Vitali sui lavori di sistemazione del manufatto. Per il consulente della Ovest sarebbe meglio ripristinare il senso unico verso la città.

(red.) Le perplessità le aveva già manifestate in sede di presentazione del progetto esecutivo: cordolo troppo alto, l’accesso dalla tangenziale troppo stretto, oltre a dubbi sulla normativa del codice della strada applicata in questo specifico caso.
L’architetto Valerio Vitali, “consulente volontario” della circoscrizione Ovest, è tornato a parlare dei lavori, già ultimati, su Ponte Crotte a Brescia. Il professionista aveva già espresso le sue criticità su alcuni aspetti degli interventi di messa in sicurezza dell’attraversamento automobilistico.
Vitali aveva già puntato il dito contro il ripristino delle tubazioni dei sottoservizi A2A, che, secondo la sua valutazione, nasconderebbe la vista degli archi nella loro completezza, “snaturando il manufatto”.
Per ovviare alla situazione l’architetto aveva proposto di chiuderlo al traffico automobilistico per destinarlo solo a ciclisti e pedoni, mettendo invece a scavalco del Mella, con una struttura apposita, le tubature e lasciando il ponte come era nel disegno originario. Osservazioni che erano state respinte al mittente dall’assessore ai Lavori Pubblici della Loggia Mario Labolani.
A fianco di Vitali si era allora schierato anche l’ingegner Ennio Ferri, il quale aveva sottolineato che, da tempo, gli impianti per i sottoservizi vengono realizzati a parte non solo per una questione ‘estetica’, ma per agevolare la manutenzione degli stessi.
Vitali aveva annunciato di voler segnalare all’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) il posizionamento dei tubi sul fianco a monte del ponte Crotte a una quota inferiore al colmo dell’arco. Una collocazione che non favorirebbe il defluire delle eventuali piene.
E sulla questione ponte l’architetto è ritornato, corredando le sue valutazioni da una foto, scattata proprio al manufatto, in cui si vede chiaramente che il marciapiede esterno bianco è scheggiato in un punto. “Le rampe”, afferma Vitali, “sono piuttosto ripide e soprattutto il biancore maschera una scivolosità pericolosissima in caso di bagnato e peggio ancora in caso di ghiaccio”.
In particolare, viene osservato, “se percorrete in bici e non state attenti, soprattutto sul lato nord e verso la città, rischiate di invadere la tangenziale e di farvi travolgere”.
Un altro appunto il professionista lo riserva alla ringhiera storica che “è stata “prolungata” e mostra già segni di ruggine oltre a non far riconoscere, come da protocollo di restauro, la parte rifatta”.
Vitali chiede al comune “un ripensamento, almeno del fronte verso la tangenziale, con un sollecito intervento teso a eliminare o a evidenziare (ora solo nastro isolante rosso) il parapetto interno di nuovo disegno, ma inadatto ripeto ad una strada sicura”.
Per l’architetto, sarebbe meglio tornare ‘coraggiosamente’ al senso unico verso la città, permettendo solo ai ciclisti con una pista in contromano da 1,50 metri in carreggiata ad evitare problematiche gimcane sul marciapiede. Ricordo”, conclude Vitali, “che il ponte insieme alle Fornaci limitrofe fa parte di una sorta di unicum storico-culturale e che la caserma Papa è lì ad aspettare un utilizzo diverso dal giardino selvatico”.

 

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