“Aria inquinata, a Brescia solo parole”

L'accusa arriva da Legambiente che mette le mani avanti di fronte all'arrivo dell'autunno e al quasi certo innalzamente dei valori delle polveri sottili. "Servono soluzioni".

(red.) A Brescia di qualità dell’aria se ne parla soltanto. L’accusa arriva da Legambiente che mette le mani avanti di fronte all’arrivo dell’autunno e al quasi certo innalzamente dei valori delle polveri sottili nell’aria.
“La lunga estate del 2011 sta per finire”, spiega una nota firmata dal presidente Isaac Scaramella. “Fra qualche giorno, con il clima invernale, aumenteranno in particolare le polveri fini, poi passerà un po’ di tempo e subito dopo sui giornali ripartirà la tiritera su che fare per salvaguardare la salute dei cittadini. Appunto se ne parlerà soltanto. Ci sarà una bella dichiarazione degli assessori competenti e potremo avere addirittura una dichiarazione sul tema dal nostro sindaco. Fatti, zero”.
Legambiente ricorda che “da pochi giorni è uscita una ricerca pubblicata dal British Medical Journal in cui si evidenzia che lo smog colpisce i soggetti più deboli, già a rischio cardiovascolare e respiratorio, con un aumento di infarti nelle sei ore seguenti l’esposizione all’aria inquinata. Inoltre la Organizzazione mondiale della sanità dice che solo nelle città della pianura padana il numero di morti da smog potrebbe superare i 7mila l’anno e che ogni cittadino perde in media 9 mesi di vita per esposizione al particolato”.
A oggi, dall’inizio dell’anno, i superi delle Pm10 a Brescia sono già stati 67, quando quelli consentiti avrebbero dovuto essere massimo 35, mentre nel 2010 furono, nello stesso periodo, 60. “Di fronte a questi dati agghiaccianti cosa fa o vorrà fare il Sindaco Paroli, responsabile della salute dei bresciani, in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale e Regionale?”, si chiede l’associazione del cigno.
“Come Legambiente Brescia”, continua la nota, “chiediamo che da subito si apra un tavolo con la Regione, con la Provincia, con i comuni intorno a Brescia, per cercare tutte quelle soluzioni che realmente salvaguardino la salute dei cittadini ed in particolare di quelli a rischio. Non serve una sola cosa, non servono operazioni di facciata ma molte cose insieme coordinate alcune da programmare per il medio e lungo periodo altre fattibili in cinque minuti, mirate a ridurre il danno”.
Le proposte di Legambiente sono da tempo le stesse: limitazione del traffico, miglioramento del trasporto pubblico, parcheggi di scambio intorno alla città, ampliamento delle isole pedonali e delle “zone 30”, sistemi razionali di sosta a pagamento con tariffe differenziate per zona e orario, stanziare risorse per la realizzazione di isole pedonali e piste ciclabili (non solo sulla carta), bollo auto con tassazione proporzionale all’uso dell’auto, incentivazione del car-sharing  e del car-pooling (utilizzo dell’auto in almeno tre persone) per realizzare una vera mobilità sostenibile, come avviene nelle aree più avanzate del pianeta.
“In cinque minuti”,conclude l’associazione, “si potrà decidere di abbandonare il progetto del parcheggio Castello, in palese contraddizione con quanto sopra e in concorrenza con la futura metropolitana, ridurre drasticamente le velocità massime consentite in autostrada e sulle tangenziali almeno per sei mesi da metà ottobre a metà aprile: non costa niente, fa risparmiare carburante morti e feriti, riduce lo stress dell’automobilista e soprattutto migliora la qualità dell’aria”.

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