A2A ed Edison, destini incrociati

La partita sul riassetto di Foro Bonaparte strettamente legata al futuro della multiutility. Tarantini ascoltato in commissione bilancio e partecipate in Loggia.

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(red.) La Brescia del futuro è legata strettamente a Edison e alla partita energetica che si sta consumando in questi mesi per il riassetto di Edison.
Nel pomeriggio di giovedì il presidente del Consiglio di sorveglianza Graziano Tarantini è stato ascoltato in Commissione partecipate e bilancio della Loggia guidate rispettivamente da Aldo Rebecchi e Fausto di Mezza.
Barra ferma sulla consapevolezza che un’eventuale uscita di Brescia dalla multiutility (e quindi dai dividendi di A2A) comporterebbe una grossa ipoteca sul futuro dei servizi e delle prestazioni erogate alla città, resta da vedere se i fattori in gioco, numerosi (accordo con Edf, spacchettamento di Edipower, l’operazione Montenegro, ma anche il problema dei compensi ad amministratori e dirigenti, i rapporti con Milano e il ruolo che Brescia deve ritagliare per sé) riusciranno a trovare una conciliazione che non solo non penalizzi la Loggia, ma anche riesca a valorizzare le risorse locali e offrire alla città uno “spazio di manovra” specifico.
Unica certezza, finora, come confermato da Tarantini, la volontà di procedere all’accordo con i francesi di Edf sulle basi gettate a marzo, ovvero con lo spacchettamento di Edipower in idroelettrico e termoelettrico e l’acquisizione del primo dalla multiutility.
Il presidente del Consiglio di sorveglianza Graziano Tarantini ha aggiunto poi che, nei giorni scorsi, è stato siglato, con Iren, azionista di Edison, un accordo definito “molto vantaggioso per entrambi”.
Una grossa incognita resta invece sull’operazione in Montenegro che rivela alcune problematicità come il cavo da 750 milioni di euro che Terna dovrebbe posare sul fondo dell’Adriatico, non ancora realizzato e la cui effettiva collocazione risulta in forse,  mentre sono scese le azioni Epcg, passate dagli 8 euro dell’acquisto agli attuali 2,50.
Una situazione che, come è facile dedurre, grava, e non poco, sui bilanci della multiutility.
Inoltre, con un tempismo che a molti è parso quanto meno sospetto, Acea è tornata a denunciare Edf (Electricite de France) per l’acquisizione avvenuta nel 2005, attraverso Edison, della maggioranza di Edipower. Proprio mentre i soci italiani di Edison guidati da A2A hanno ripreso la trattativa con il gruppo transalpino per la spartizione di Edipower.
L’utility romana, si legge in una nota, “ha deciso di esercitare tutte le azioni legali possibili al fine di ottenere da parte di Edf il riconoscimento del danno subito sul mercato elettrico ad opera della stessa Edf, che, nel 2005, attraverso la controllata Edison, ha acquisito illegalmente, congiuntamente con aem milano (oggi a2a), la maggioranza di Edipower, superando la soglia del 30%”.
Il tema principale è comunque stato quello relativo agli indirizzi strategici che i due azionisti di maggioranza,i comuni di Brescia e Milano, devono dare all’azienda prima del rinnovo delle cariche per i due consigli (gestione e sorveglianza).
La partita si gioca tra energia e ambiente. Tarantini preferirebbe la seconda opzione che lega l’azienda maggiormente al territorio (con la gestione dei rifiuti e produzione energetica, ad esempio). Restano da vedere i successivi sviluppi della questione, dopo il tramonto del cosiddetto “lodo Zuccoli” proposto dal presidente di gestione, di creare una cordata italiana per rilevare l’ex genco Edipower, coinvolgendo la romana Acea, in asse con altri possibili alleati finanziari, e il ritorno all’ipotesi di marzo, quella inizialmente bocciata dal ministro Giulio Tremonti.

 

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