Morti bianche, tre ogni giorno

E' il bilancio tracciato nella 61esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Nel Bresciano dall'inizio dell'anno sono state 16.

(red.) Ogni giorno tre persone escono da casa per andare a lavorare e non fanno più ritorno perchè trovano la morte sul posto di lavoro: è questa la media dei quasi mille caduti l’anno.
Un fenomeno, quello degli incidenti, ”inaccettabile”, come lo ha definito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella 61esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro organizzata dall’Anmil, l’Associazione Nazionale fra lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro domenica 9 ottobre.
Per il presidente del Senato, Renato Schifani, le morti bianche e gli incidenti sul lavoro ”rappresentano un cancro da estirpare”, mentre il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha sottolineato che ”la sicurezza sul lavoro rappresenta una sfida nazionale e internazionale” che deve essere vinta.
”La guardia resta alta” e ”non ci accontentiamo della pur positiva diminuzione degli infortuni negli ultimi anni”, ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. ”Se anche restasse un solo incidente non saremmo soddisfatti”, ha aggiunto. Per il ministro è necessaria, in materia di sicurezza sul lavoro, ”una riforma costituzionale. Mi auguro che sia il Parlamento, e con voto unanime, a riportare tutte le competenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro allo Stato”.
Per il presidente bresciano dell’Associaizone nazionale mutilati e invalidi sul lavoro, Angelo Piovanelli, la prevenzione deve diventare “una scelta di vita”, e “la salute e la sicurezza un valore condiviso”.
L’appello è stato lanciato nel corso della relazione dell’Anmil provinciale, domenica, nel corso della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, che si è svolta nel salone Vanvitelliano a palazzo Loggia.
Se gli infortuni sono leggermente calat,i questo dato, ha sottolineato Piovanelli, va letto anche in relazione al calo dell’attività produttiva e al forte ricorso alla cassa integrazione.
La Lombardia è la regione più colpita da questo fenomeno: nel 2010 a Brescia le morti bianche furono 21, in questi primi nove mesi dell’anno i decessi sul luogo di lavoro sono stati 16, soprattutto nei settori dell’agricoltura e dell’edilizia.
Nel 2010 gli incidenti complessivamente sono stati 775.374, di cui 980 mortali. ”Numeri ai quali si aggiungono quelli relativi alle malattie professionali, con un aumento delle denunce di ben il 22% rispetto l’anno precedente”. A fare il punto della situazione è stato il presidente nazionale Anmil, Franco Bettoni.
Nel 2010 è proseguito il trend del calo degli infortuni ma a giudizio dell’associazione il dato va letto ”con molta cautela” perchè si inserisce in un contesto ”caratterizzato in questi anni da un calo dell’occupazione”. Inoltre se risultano in calo gli infortuni cosiddetti ‘in itinere’, si assiste ”ad un aumento preoccupante dei decessi nel settore dei trasporti e nel lavoro femminile, nonchè nella fascia di età compresa tra i 50 e i 64 anni”. C’è infine ”l’ombra del lavoro nero da cui non trapelano denunce nè notizie”.
“Continua la mistificazione imposta dalla propaganda, sulle morti per infortunio sul lavoro”. Ad affermarlo è Carlo Soricelli dell’Osservatorio indipendente di Bologna.
“Nella giornata dedicata ai morti sul lavoro”, si legge in una nota dell’Osservatorio, “tutti i media snocciolano 980 morti nel 210 per infortuni sul lavoro, evidenziando un calo rispetto al 2009. In realtà non è così. I morti sul lavoro nel 2010 rispetto al 2009 sono aumentati del 6% arrivando a toccare 1080 morti se si sommano i morti sui luoghi di lavoro e quelli in itinere, vittime sommate anche nelle 980 delle statistiche ufficiali”.
“Sui luoghi di lavoro”, si legge nel report dell’Osservatorio, “sono state 594 nel 2010, contro le 555 del 2009, l’aumento è stato del 6,6%. Per Soricelli, “il monitoraggio ufficiale è parziale” e “moltissimi morti vengono esclusi dalle statistiche. E i numeri se si analizzano a fondo mettono in luce una tragica realtà: che la prevenzione si fa solo nelle grandi aziende sindacalizzate e che se anche  c’è stato un calo  nelle statistiche ufficiali, questo calo è dovuto esclusivamente al miglioramento delle morti in itinere”.
Lunedì inizia la raccolta di firme tra tutti i deputati per sostenere la proposta di legge del Pd che estende alle vittime degli incidenti sul lavoro la causa di servizio.
“Abbiamo chiesto al governo di muoversi”, ha detto Francesco Boccia, deputato del Pd, “sperando di poter ottenere un decreto immediato anche per sostenere le famiglie delle donne di Barletta, come minimo risarcimento per la loro drammatica sorte, ma non abbiamo avuti segnali di interesse: pensano sempre a ben altro, i problemi del paese, anche quanto sono così tragici, non li riguardano”.
”Per questo domani (lunedì, ndr.), ha aggiunto l’esponente democratico, “chiederemo a tutti i deputati di qualsiasi gruppo parlamentare di sostenere con la loro firma la nostra proposta di legge che rilancia la norma già proposta nel 2006 dal governo Prodi e dall’allora ministro del Lavoro Damino che istituirono anche un fondo prezzo l’Inail”.

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