Doppio incarico, la Consulta dice basta

Lo ha deciso la Corte costituzionale di Catania sul caso Stancanelli. Dovrà scegliere tra senato e municipio. Paroli pronto a lasciare Montecitorio.

Più informazioni su

(red.) Una sentenza della Corte Costituzionale potrebbe avere dei risvolti determinanti anche sulla vita politica della città di Brescia e soprattutto sul sindaco Adriano Paroli.
La Consulta, esprimendosi su Raffaele Stancanelli, primo cittadino catanese e senatore del Pdl, ha bocciato la legge n.60 del 1953, nella parte in cui non prevede l’incomapitibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di un comune con più di 20mila abitanti. Secondo il giudice Paolo Grossi, in questo modo si colma un un vuoto legislativo che causava “la lesione non soltanto del canone di uguaglianza e ragionevolezza ma anche della stessa libertà di elettorato attivo e passivo”.
La querelle era nata su un ricorso di un elettore, Salvatore Battaglia, presentato al Tribunale di Catania. Stancanelli si era candidato a sindaco del capoluogo siciliano nel giugno del 2008, dopo essere stato eletto due mesi prima senatore nelle fila del Pdl. La decisione della Consulta (n.277), lo obbliga dunque a scegliere quale dei due incarichi mantenere.
La vicenda del sindaco di Catania è molto simile al collega di partito Adriano Paroli. Il sindaco di Brescia è stato infatti eletto sindaco e deputato nel 2008, il 14 aprile, è non ha mai rinunciato al doppio incarico. Lo stesso Paroli ha confermato che, nel caso in cui dovesse scegliere un solo incarico, resterebbe alla guida della città lasciando Montecitorio. Ora si attendono indicazioni sui tempi e sulle modalità. “I cittadini bresciani mi hanno scelto come sindaco, ed è un’investitura alla quale resterò fedele”, ha aggiunto, “anche perchè nel 2013 ci saranno nuove elezioni amministrative e io punto alla riconferma in Loggia”. Comunque, per il primo cittadino bresciano, il doppio mandato non è stato dannoso per la città, “anzi, ricordo che alcuni passaggi fondamentali legati al patto di stabilità ad esempio, sono stati realizzati solo grazie alla mia presenza a Montecitorio. Comunque ora vedremo cosa deciderà il Parlamento”.
Il Pd intanto ha annunciato la revoca del ruolo parlamentare a tutti gli interessati nel partito. Cinque, invece, sono i coinvolti nella vicenda tra le fila del Pdl. Oltre a Paroli e Stancanelli, Vincenzo Nespoli (sindaco di Afragola), Antonio Azzolini (sindaco di Molfetta) e Giulio Marini (sindaco di Viterbo).

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.