L’ombra del nonnismo sulla morte di Donatoni

L'agente dei Nocs rimasto ucciso dal "fuoco amico" durante un tentativo di liberazione di Giuseppe Soffiantini, imprenditore manerbiese rapito 14 anni fa.

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(red.) Quattordici anni fa a Manerbio, nel Bresciano, venne rapito l‘imprenditore tessile Giuseppe Soffiantini.
L’uomo, classe 1935, che subì anche il taglio della cartilagine delle due orecchie (una delle quali venne recapitata con una lettera negli studi del TG5 e la sera stessa fu letta in diretta da Enrico Mentana), venne rilasciato il 9 febbraio 1998, dopo 237 giorni di prigionia e previo pagamento di un riscatto dell’ammontare di 5 miliardi di lire.
In un tentativo, fallito, di liberarlo, a Riofreddo, in una sparatoria fra i Nocs e i rapitori, rimase ucciso l’ispettore Samuele Donatoni.
L’agente speciale, come venne appurato dalla Corte d’Assise di Roma nel 2005, venne colpito da “fuoco amico”, vittima di un colpo sparato a distanza ravvicinata.
Questo accertamento diede il via ad un’ulteriore inchiesta, aperta dopo la denuncia da parte di un agente collega di Donatoni che denunciò di essere oggetto di soprusi all’interno della caserma di Spinaceto dalla cosiddetta “banda del morso” un gruppo di commilitoni dell’uomo che praticava nonnismo.
I componenti di questo presunto gruppo di “nonni” sarebbero stati tutti presenti la notte del blitz in cui rimase ucciso Donatoni. Questo, almeno, secondo un’ inchiesta di Repubblica.
Un agente del commando di liberazione di Soffiantini avrebbe cercato di depistare le indagini ma la sua versione dei fatti venne contraddetta da un testimone: Nicola Calipari, il dirigente della Criminalpol ucciso nel 2005 da fuoco amico durante la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena, rapita in Iraq.
Su questa vicenda e sugli ipotizzati atti di nonnismo all’interno della caserma si è aperta l’inchiesta voluta dai vertici della Polizia.
L’ipotesi che emerge sarebbe dunque quella che Donatoni possa essere stato volutamente eliminato dai colleghi perché magari “testimone scomodo” di vicende interne alla caserma, o custode di segreti che non sarebbero mai dovuti venire alla luce. Segreti che l’agente dei Nocs si è portato nella tomba.
 

 

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