Studenti in piazza per l’edilizia scolastica

La mobilitazione è promossa da Rete e Udu in vista del 17 novembre, giornata internazionale per il diritto allo studio. Anche a Brescia previsti sit-in, fash mob e iniziative

(red.) Anche a Brescia è prevista la mobilitazione, così come in un’altra quarantina di città italiane,  promossa dalla Rete degli studenti e dall’Unione degli universitari in vista del 17 novembre, giornata di mobilitazione internazionale per il diritto allo studio.
”Il tema che  vogliamo portare all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica è, prima di tutto”, spiegano le due associazioni in una nota, “la drammatica situazione in cui versano l’edilizia scolastica, la sicurezza nelle scuole e il diritto allo studio universitario”.
Sottolineando che dalla morte di Vito Scafidi (lo studente vittima del crollo della controsoffitatura dell’aula al Liceo scientifico Chales Darwin di Rivoli, nel novembre del 2008), ”niente è stato fatto per la messa in sicurezza delle nostre scuole” e che un edificio scolastico su tre non è norma, Rete e Udu chiedono ”l’immediata pubblicazione dell’anagrafe nazionale sull’edilizia scolastica tramite la quale programmare gli interventi più urgenti e un piano di investimento straordinario che punti non solo alla messa in sicurezza ma anche all’ammodernamento degli edifici, secondo un criterio ecologico e puntando sulla tecnologia”.
”E’ per questo che già oggi a Palermo si è svolto un sit-in davanti alla sede della Provincia e che domani (mercoledì, ndr.) ci saranno iniziative e flash mob davanti alle scuole, alle sedi istituzionali, nelle piazze più importanti, dai piccoli centri alle grandi città, da Belluno a Caltanissetta passando per Venezia, Bologna, Ancona, Ascoli Piceno, Marsciano (PG), Barletta e Rosolini”.
Anche gli studenti universitari  si mobilitano sul tema del welfare studentesco, del diritto allo studio e del libero accesso ai saperi e alla cultura, con iniziative da Trento a Catania passando per Brescia, Parma, Firenze e l’Aquila: ”In un’università come quella italiana dove gli ostacoli sociali per entrarci sono sempre di più, il governo prima taglia i fondi per il diritto allo studio (fino al 95% per i prossimi anni) e poi cerca di portare avanti una riforma al sistema del diritto allo studio di fatto passando da un taglio di finanziamenti a un taglio vero e proprio di studenti”.

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