A2A, Milano vuole ragguagli sul Montenegro

Il comune ha chiesto un report sull'operazione di acquisizione delle quote di Epcg da parte della multiutility. Primi passi di avvicinamento tra Consob e Edison sull'Opa.

(red.) Il comune di Milano vuole vederci chiaro nell’acquisizione da parte di A2A del gruppo montenegrino Epcg.
Sul tavolo della multiutility, nata dalla fusione delle aziende comunali di Brescia (Asm) e di Milano (Aem), è arrivata da qualche tempo la richiesta scritta del comune meneghino, diretta ai vertici della società, di un report dettagliato sull’operazione che ha portato A2A a investire quasi 436 milioni di euro per rilevare una quota del 43,7% dell’ ‘Enel’ montenegrina nel 2009, quando Milano era governata dal sindaco Letizia Moratti.
L’operazione, che per ora non sta dando i risultati sperati (Epcg ha perso 30 milioni nei primi nove mesi dell’anno), è stata nei giorni scorsi criticata anche dall’opposizione di centrosinistra del comune di Brescia, altro grande azionista di A2A. Ma anche il presidente bresciano del consiglio di sorveglianza della multiutility, Graziano Tarantini, ha recentemente preso le distanze da un investimento che, ha sottolineato nel corso di un’audizione alla Commissione bilancio della Loggia, è stata incubata prima del suo arrivo in A2A.
Sull’operazione, sostenuta dal governo italiano nell’ambito dei rapporti economici con il Montenegro, si sono addensati i dubbi di parte della stampa per i vantaggi di cui avrebbero beneficiato soggetti vicini all’ex premier montenegrino Milo Djukanovic, chiacchierato primo ministro (finito anche nel mirino della magistratura italiana per questioni legate al contrabbando di tabacco) ai tempi dell’acquisizione di A2A.
Intanto si registrano i primi contatti tra la Consob e i soci di Edison sul tema dell’opa obbligatoria che i francesi di Edf dovranno con ogni probabilità lanciare sulle minoranze di Foro Buonaparte nel caso in cui gli accordi preliminari per il riassetto del gruppo elettrico diventino definitivi.
Gli avvocati dei francesi (Clifford Chance) e di A2A (Cleary Gottlieb e Chiomenti) hanno bussato alla commissioni per presentare l’accordo non vincolante firmato la scorsa settimana.
Un incontro di cortesia nel corso del quale sono state presentate ai tecnici della Consob le linee dell’intesa che prevede da un lato lo spacchettamento di Edipower e dall’altro il passaggio del controllo di Edison ai francesi.
Edf ha però subordinato la finalizzazione dell’accordo al fatto che la Consob, ed è questo il motivo principale della sua discesa a Roma, non imponga un premio per l’opa che il colosso transalpino pretende dei lanciare alla media dei prezzi del titolo Edison degli ultimi 12 mesi (0,85 euro per azione).
E’ molto probabile che, al fine di disporre dell’orientamento preventivo della commissione, i soci di Foro Buonaparte presentino un quesito. L’ipotesi è attualmente al vaglio dei legali, anche se fonti vicine al dossier ritengono un’interrogazione formale molto probabile.
Il dubbio sul prezzo dell’opa, che la Consob potrebbe rettificare al rialzo, derivano dalle opzioni di vendita concesse da Edf a Delmi sulla quota del 30% di Edison. Strumenti finanziari il cui prezzo di esercizio si conoscerà solo fra tre anni ma che, come tutti gli strumenti finanziari, hanno un valore già adesso. Valore che la commissione potrebbe chiedere di estendere anche alle minoranze.
La presentazione del quesito non dovrebbe comunque tardare: Edf e Delmi hanno prolungato i patti di sindacato di Edison fino alla fine di novembre per arrivare a un accordo vincolante e prima verrà posta la questione prima arriverà la risposta della Consob, la cui tempistica dipende dalla complessità del rebus giuridico-finanziario. A suggerire rapidità contribuiscono anche le agenzie di rating, che hanno subordinato il giudizio su Edison all’esito del riassetto. Standard & Poor’s, confermando che il rating resta sotto osservazione, ha però avvertito che ”qualsiasi possibile ulteriore ritardo alla risoluzione del riassetto potrebbe condurre a un’azione intermedia negativa sul rating” a causa delle condizioni di mercato sempre piu’ impegnative in cui opera Foro Buonaparte.
Qualche indicazione è attesa giovedì dalla conference call di A2A sui conti. Conti che, oltre ai difficili risultati di Edison dovranno incassare anche quelli della controllata montenegrina Epcg (30 milioni la perdita dei primi nove mesi). Sul corposo investimento in Montenegro (436 milioni di euro per il 43,7% della società) ha intanto acceso un faro il Comune di Milano.
Sul tavolo dei vertici di A2A è arrivata recentemente la richiesta di un report con i dettagli di un investimento che suscita diversi dubbi sia a Brescia che a Milano.

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