Cottarelli, scarcerati i cugini Marino

Erano stati condannati all'ergastolo in Appello per la strage di via Zuaboni a Urago Mella in cui vennero uccisi Angelo, la moglie Marzenna e il figlio 17enne Luca.

(red.) La Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna all’ergastolo emessa nel mese di giugno dello scorso anno dalla Corte di Assise di Appello di Brescia a carico dei cugini Vito e Salvatore Marino (rispettivamente figlio e nipote del boss mafioso Girolamo Marino, ucciso alla fine degli anni Ottanta), accusati di essere stati gli esecutori materiali della strage in villa a Brescia il 28 agosto del 2006.
Ad essere uccisi furono Angelo Cottarelli, 56 anni,(che forniva false fatture ai Marino nell’ambito di una mega truffa all’Unione europea), la moglie Marzenne Topor, polacca di 41 anni, ed il figlio diciassettenne Luca.
I Marino, assolti in primo grado, furono condannati, invece, in appello.
Adesso, la Cassazione, nell’annullare la sentenza di condanna di secondo grado, ha disposto che a giudicarli sia un’altra Corte di Assise di Appello: quella di Milano. La Corte ha intanto disposto l’immediata scarcerazione dei due imputati.
Vito Marino, 45 anni, era stato arrestato dai carabinieri alla periferia di Trapani dopo una latitanza di un anno. Il cugino Salvatore Marino 50 anni, conosciuto con il soprannome di ”Mommo ‘u nanu” per la sua statura, era stato invece arrestato dalla polizia lo scorso 31 dicembre a Tenerife in Spagna. Il primo è il figlio e il secondo il nipote del boss mafioso di Paceco (Trapani), Girolamo. Ed entrambi sono originari di quei luoghi. Entrambi, dopo la sentenza di condanna, non avendo ricevuto nessun provvedimento restrittivo, si erano resi irreperibili.
I due furono assolti in primo grado. Una perizia medica, disposta dalla difesa, attestava che l’ora in cui era morta una delle tre vittime, l’imprenditore Angelo Cottarelli, era incompatibile con la presenza in villa dei cugini. I giudici della Corte di Assise di Appello di Brescia, però, nel giugno l’anno scorso, ribaltarono la sentenza condannando entrambi all’ergastolo.
Vito e Salvatore Marino, già indagati nell’ambito di un’inchiesta su una truffa milionaria all’Unione Europea (indagine che ha coinvolto anche una dirigente di banca), secondo l’accusa uccisero Angelo Cottarelli ed i suoi familiari per dissidi sulla spartizione delle somme truffate all’Unione Europea. Cottarelli avrebbe emesso false fatturazioni in favore dei Marino.
Ma l’ingranaggio si sarebbe inceppato, tanto da spingere i due cugini, a conclusione di una lite, a sterminare l’intera famiglia. Vito e Salvatore Marino, fecero perdere le loro tracce alcuni giorni dopo la sentenza di secondo grado erano entrambi liberi e l’ordine di carcerazione non venne emesso subito.

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