Parco dello sport, c’è una nuova ipotesi

In Commissione Grandi opere il nuovo prospetto del polo sportivo per la città: il progetto verrà realizzato interamente dai privati che ne saranno anche proprietari.

(red.) Tutto da rifare. Il progetto del Parco dello sport di Brescia, così come era stato prospettato non va ed è quindi da rimaneggiare.
Dal 2009, anno dell’ufficializzazione del piano per dotare la città di un polo sportivo “d’eccellenza” a carattere pubblico, sono stati avanzati due diversi studi di fattibilità. Entrambi prevedevano che, a fronte alla realizzazione degli impianti, di proprietà del comune, ma realizzati attraverso il contributo dei privati, venissero corrisposte delle compensazioni volumetriche come, ad esempio, appartamenti e negozi.
Nel Parco dello Sport, localizzato tra San Polo e Buffalora, avrebbero dovuto trovare spazio lo stadio nuovo, il palazzetto e una pista di atletica a cui, secondo il prospetto iniziale, avrebbero dovuto aggiungersi anche due piscine, un impianto di rafting e una struttura ricettiva sportiva.
Non sono mancati, nel frattempo, dibattiti e scontri sul progetto così delineato, in parte sia relativamente al sito individuato, in parte in relazione all’ipotizzato (e poi tramontato) nuovo stadio a Castenedolo.
Lunedì in Loggia, in Commissione Grandi impianti, però, il sindaco di Brescia Adriano Paroli ha spiegato che il progetto così come era stato delineato non va più bene ed ha annunciato che passerà in mano ai privati che ne saranno anche i proprietari. Il comune si riserverebbe alcune giornate in cui utilizzare stadio, palazzetto e pista di atletica, così come avviene per il Palatenda.
Perché questa scelta? Da tutto pubblico a tutto privato? Il primo cittadino ha spiegato che solo quando i privati avranno ammortizzato le spese il comune potrà rilevare le strutture evitando, in questo modo, di dovere mettere mano a delle compensazioni volumetriche e, dall’altro, permetterà alla Loggia di riscattare, in un secondo tempo (25-30 anni), gli impianti.
Interessati alla partita sono dunque il Gruppo Faustini (proprietario della maggior parte dell’area su cui dovrebbe sorgere il Parco dello Sport), il Gruppo Unieco e anche il Brescia Calcio.
Diverse le perplessità espresse dai commissari: innanzitutto il timore che con il progetto di recupero dell´ex Eib, il palazzetto da 5-7 mila posti al Parco dello sport costituisca un inutile doppione.
L´assessore all´Urbanistica Paola Vilardi ha ricordato che quello del Parco dello sport è un percorso necessariamente collegato al Parco delle cave, a sua volta inserito nel Pgt. Un nodo dunque molto delicato su cui la Loggia si trova ora a dover decidere.
Altro progetto analizzato in Commissione anche quello del cosiddetto “ciambellone”, per il quale viene ipotizzata la realizzazione di un palazzetto da 3500 posti.
I nodi sono legati alla questione opere di urbanizzazione: su un totale di 11.735.000 euro, mancano l’arteria di collegamento tra la Fiera e la zona industriale e il nuovo svincolo sulla Tangenziale Ovest (valore 7,5 milioni di euro circa) che sarebbero in capo ancora all’Ente Fiera.
Il palazzetto dell’ex Eib è inoltre classificato a livello “silver”, ovvero utilizzabile per tutte le competizioni nazionali dei massimi livelli ma non per quelle internazionale per le quali occorre invece la omologazione “gold” e la doppia piastra, una per il gioco e l´altra per l´allenamento. Caratteristiche che sono invece previste per il palazzetto del Parco dello Sport.

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