La cava d’amianto da cui partono le indagini

L'inchiesta che ha portato all'arresto del vice presidente del Consiglio regionale parte dal sito di Cappella Cantone (Cr) che doveva essere trasformato in discarica di amianto.

(red.) L’inchiesta che ha portato all’arresto del vice presidente del Consiglio regionale, Franco Nicoli Cristiani, parte dalla vicenda della cava di Cappella Cantone (Cr) che doveva essere trasformata in discarica di amianto e oggi è stata posta sotto sequestro.
Nell’agosto del 2007 venne avviata la procedura per l’autorizzazione di una nuova discarica di rifiuti contenenti amianto da realizzare in località Retorto. Il proponente era la società Cave Nord Srl e l’estensore dello studio risultava l’azienda agricola Faccioli Marco & C. Sas.
L’esame istruttorio venne completato il 28 ottobre del 2009 con la pronuncia di compatibilità ambientale tramite Provvedimento autorizzativo n. 11029 della Direzione generale territorio e urbanistica di Regione Lombardia che raccolse i passaggi amministrativi previsti (Studio di impatto ambientale, sopralluogo e riunione di concertazione dei pareri degli enti del 20 maggio 2009 e dell’11 settembre 2009).
Nel 2008 la Provincia di Cremona, guidata da Giuseppe Torchio, presidente di centrosinistra, dichiarò la propria contrarietà alla richiesta, in quanto
il sito si prestava piuttosto a una riqualificazione per il fatto che sull’area erano state realizzate attività di cava e che quindi necessitavano di ripristino ambientale. Emersero anche problemi di distanze del sito da altre preesistenze da tutelare. Quindi la richiesta di Cave Nord è da subito messa fortemente in discussione. In primis dal Comitato Cittadini contro l’amianto.
Tra il 2008 e il 2009 però Regione Lombardia volle imporre la discarica e la Provincia venne commissariata perché non intendeva approvare un Piano di gestione dei rifiuti in cui vi fosse il sito di Cappella Cantone. Dopo le elezioni, con la nuova Giunta provinciale di centrodestra, una delle prime operazioni fatte da Regione Lombardia fu quella di nominare il nuovo presidente della Provincia di Cremona, Massimiliano Salini, commissario ad acta per l’attuazione delle norme che Regione Lombardia intendeva inserire nel Piano rifiuti e che potevano consentire l’autorizzazione alla discarica. Cosa che avvenne.
Successivamente però venne verificato il non rispetto delle soglie di sicurezza di falda previste dal progetto. Lo sottolinearono i controlli di Arpa Lombardia che, nell’ottobre 2010, riconobbe la veridicità delle preoccupazioni di cittadini e opposizione.  La Regione inviò alla ditta Cave Nord un preavviso di diniego dell’autorizzazione.
Seguì un primo aggiornamento progettuale prodotto dalla ditta e che venne protocollato il 3 settembre 2010, cui ne seguirono altri due: il 26 novembre 2010 e il 13 settembre 2011. Gli aggiornamenti servirono a riprofilare la discarica e a diminuire la capienza complessiva a meno di 400 mila metri cubi di rifiuto di amianto.
Rimase però alto il livello di preoccupazione perché nei fatti quella di Cappella Cantone era una sorta di discarica galleggiante su un terreno che si trova ad una soglia inferiore di 1,40 metri rispetto alla soglia di sicurezza. Tant’è che il decreto autorizzativo riportava 64 prescrizioni alla ditta.
Il 26 settembre 2011 venne emesso il Decreto n. 8614 della Direzione generale Territorio e Urbanistica che aveva come oggetto l’Autorizzazione integrata ambientale (la cosiddetta Aia) rilasciata alla ditta Cave Nord. Va ricordato che nel corso della Conferenza decisoria la Provincia di Cremona illustrò una propria delibera (assunta lo stesso giorno della Conferenza) che chiedeva l’avvio di un tavolo di confronto per l’individuazione di altre ipotesi di soluzione allo smaltimento di amianto e non esprimeva assenso all’autorizzazione.
Inoltre i Comuni di San Bassano, Castelleone, Romanengo, Soresina e Montodine avevano già espresso la loro contrarietà e una serie di osservazioni in uns precedente Conferenza di servizi. Solo il Comune di Cappella Cantone si esprimeva favorevolmente. Il 15 agosto 2011, quindi molto prima del Decreto e pochi giorni dopo la Conferenza di servizi di giugno, il Pd presentò una mozione in Consiglio regionale che richiamava l’impegno preso dal Consiglio regionale in data 24 marzo 2009 con delibera VIII/0830
“Mozione concernente l’impegno della Giunta regionale di proporre un progetto di legge di modifica dell’attuale ordinamento in materia di rifiuti speciali”, e che proprio partendo dal casus belli di Cappella Cantone impegnava la Giunta regionale a introdurre una sostanziale pianificazione pubblica anche per i rifiuti speciali, definendo al contempo le distinte competenze in materia di pianificazione fra Province e Regione.
La mozione, rivista prima del Consiglio regionale dell’ottobre 2011, chiedeva, alla luce della situazione ambientale esistente e alla inadeguatezza dei requisiti di soglia di sicurezza previsti dalla normativa vigente, di sospendere la richiesta di autorizzazione avanzata da Cave Nord sul sito di Cappella Cantone e il successivo
Decreto di Autorizzazione integrata ambientale del 26 settembre 2011, e di avviare un tavolo di confronto.
La mozione del Pd venne discussa in Consiglio regionale il 18 ottobre 2011 e venne ritirata prima della votazione a seguito dell’impegno dell’assessore all’Urbanistica Belotti ad aprire un tavolo di confronto con gli enti locali e la ditta. La stessa Cave Nord, il giorno seguente, convocò una conferenza stampa a Cremona per negare la propria disponibilità a partecipare al Tavolo di confronto.

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