Stop alla caccia in deroga e ai richiami vivi

Abrogate le due leggi regionali venatorie. In questo modo si evitano sanzioni pecuniarie della comunità europea, dopo la messa in mora dell'Italia.

(red.). Stop alla caccia in deroga e alla cattura dei richiami vivi, pratiche molto apprezzate dalle doppiette della provincia di Brescia. Martedì pomeriggio la commissione Agricoltura della Regione Lombardia presieduta da Carlo Saffioti (PdL), ha abrogato gli articoli delle leggi regionali venatorie n.13 e n.16 approvate quest’anno. La decisione, unanime da parte di maggioranza e opposizione, recepisce così l’invito del presidente della giunta regionale Roberto Formigoni e ottempera alla nota inviata alla commissione dall’ufficio di presidenza del consiglio regionale.
“Abbiamo assunto questa decisione”, ha spiegato Saffiotti, “come segno di attenzione e disponibilità verso la commissione Europea, consapevoli che quanto contestato è però dovuto a inadempienze legislative in sede nazionale e non certo attribuibili a Regione Lombardia. E’ da anni che in materia di caccia in deroga invochiamo da parte del parlamento nazionale una normativa chiara e conforme con le direttive europee e che consenta alle nostre leggi regionali di essere al riparo da ogni impugnazione. Auspico che quanto prima il Governo italiano possa provvedere, allineandosi così agli altri Paesi europei anche in materia venatoria”.
Il provvedimento regionale viene contestato in sede europea perché, consentendo la caccia in deroga delle specie storno, fringuello, peppola, pispola e frosone, viola l’articolo 9 della direttiva comunitaria. Recependo le stesse motivazioni, in data 21 novembre, il consiglio dei ministri aveva impugnato anche la legge lombarda sui richiami vivi. Da qui la richiesta di Formigoni di abrogare le due leggi al fine di evitare la possibilità di incorrere in sanzioni pecuniarie.

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