Anche ad Erbusco la petizione popolare “Nun te regghe più”

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(red.) Anche nel comune di Erbusco (Brescia) si potrà partecipare alla raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare che sui social network è stata ribattezzata “Nun te regghe più”.
La legge prevede un solo articolo: art. 1. I parlamentari italiani eletti al Senato della Repubblica, alla Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio, i Ministri, i Consiglieri e gli Assessori regionali, provinciali e comunali, i Governatori delle Regioni, i Presidenti delle Province, i Sindaci eletti dai cittadini, i funzionari nominati nelle aziende a partecipazione pubblica, ed equiparati non debbono percepire, a titolo di emolumenti, stipendi, indennità, tenuto conto del costo della vita e del potere reale di acquisto dell’Unione Europea, più della media aritmetica europea degli eletti negli altri paesi dell’Unione per incarichi equivalenti.
L’iniziativa ha preso le mosse da Facebook durante l’estate e le recenti vicissitudini del governo italiano non l’hanno fermata, anzi. Così il comune di Erbusco, da sempre attento ad una politica locale e nazionale all’insegna della serietà e del rispetto dei ruoli, ha accettato di buon grado di essere fra le prime amministrazioni in provincia di Brescia ad ospitare all’interno delle proprie mura la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare. Tutti coloro che volessero sottoscriverla devono presentarsi in comune all’ufficio della Segreteria generale il lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 9,30 alle 12,30 con la carta di identità in corso di validità e richiedere il modulo di firma.
Fra i primi sottoscrittori dell’iniziativa c’è il sindaco Isabella Nodari che, una volta a conoscenza della raccolta di firme, ha deciso di ospitarla immediatamente nel proprio comune. “La ritengo una proposta seria e sensata”, ha detto il primo cittadino, “al contrario di altre più pretestuose e demagogiche giocate sulla pelle di chi ha difficoltà economiche solo per attaccare la classe politica alla cieca e senza conoscere i contenuti. Credo che per noi amministratori, a partire dal livello locale fino ad arrivare a Roma, sia fondamentale dare il buon esempio in termini di responsabilità ed allinearci con il resto dell’Europa per quanto riguarda compensi ed emolumenti. Deve esistere un giusto equilibrio fra il servizio che siamo stati chiamati ad offrire alla società civile e il riconoscimento economico per lo stesso. Chi di noi sceglie di essere a completo servizio della comunità, infatti, spesso rinuncia a cinque o dieci anni di carriera professionale personale, per non parlare dei contributi pensionistici che in questo lasso di tempo non vengono maturati. Per questo”, ha concluso infine Nodari, “sono convinta che un riconoscimento economico sia necessario e dovuto, ed allinearci con la media europea dei nostri colleghi credo sia un modo intelligente per dimostrare che non facciamo parte di una casta privilegiata che parassita la società italiana, ma che siamo invece al servizio delle nostre comunità di riferimento come onesti lavoratori”.

 

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