Calcioscommesse: truccate altre 10 partite

I nomi di Buffon, Fabio Cannavaro e Gattuso nelle carte dell'inchiesta sui match "taroccati". In un' intercettazione ambientale Santoni dice che "sono malati" di gioco.

(red.) Il ‘piazzista delle partite’, il giocatore del Piacenza Carlo Gervasoni, apre il vaso degli incontri ‘truccati’ anche in serie A e in quasi sei ore di interrogatorio davanti al procuratore di Cremona Roberto di Martino, fa l’elenco delle partite a suo dire taroccate (una decina in tutto, tre della massima serie) e anche quello di altri giocatori coinvolti nel vorticoso giro delle scommesse: una ventina, di cui meno della metà di serie A.
Tra le partite “sospette” anche Brescia-Bari del 6 febbraio 2011, terminata con il risultato di 2-0 e, molto probabilmente quella giocata  il 30 gennaio 2011 tra Brescia e Chievo (0-3).
Nomi non tra i più noti ma che sono destinati a finire ineluttabilmente, almeno per atto dovuto, nel registro degli indagati. E che, non è escluso, potrebbero essere convocati dagli inquirenti per spiegare la loro versione dei fatti.
Tra le gare sospette dello scorso campionato di A, che sarebbero state alterate con la collaborazione dei calciatori indicati da Gervasoni, il giocatore del Piacenza ha indicato Palermo-Bari 2-1, Lazio-Genoa 4-2, Lecce-Lazio 2-4. La combine, avrebbe raccontato, sarebbe riuscita in due occasioni su tre.
Incontri su cui gli investigatori dovranno ora trovare eventuali riscontri: perchè se su alcuni calciatori di Lecce e Bari c’erano già dei sospetti, emersi fin dalla prima fase dell’indagine che a giugno portò in carcere 16 persone tra cui Beppe Signori, su Palermo, Lazio e Genoa non erano emersi elementi che potessero far ipotizzare un coinvolgimento diretto di giocatori delle tre società.
Così come gli inquirenti non hanno trovato alcun riscontro a quanto Nicola Santoni, il preparatore atletico del Ravenna finito in carcere assieme al suo amico Cristiano Doni, dice ad un certo Maurinho Ernandes il 30 settembre scorso.
I due sono nell’auto di Santoni e vengono intercettati mentre parlano dell’inchiesta sul calcioscommesse, del ruolo di Doni (ex centrocampista dell’Atalanta ed ex Brescia) e della squadra orobica. E, soprattutto, di pezzi grossi della serie A, tre azzurri. ”Un ex calciatore”, dice Santoni, “ …che sta collaborando con la procura di Napoli, perchè il calcio è tutto truccato, è tutto marcio…e quindi…dirà due nomi e verrà fuori… perchè poi dopo c’è Buffon che gioca…gioca anche lui…sti qua”. E Maurinho sembra sorpreso: ”Buffon anche lui…”. Santoni prosegue: ”Gioca 100-200mila euro al mese!…no…eeh: lui, Gattuso…Cannavaro…sono proprio malati!…Solo che non si poteva..ugualmente…e (incomprensibile) non gli ha contestato nessuna. Si son fatti il loro mondiale, poi l’han vinto, quindi quello…”.
La conversazione è stata definita di ”notevole interesse” dagli investigatori per quanto Santoni dice sul coinvolgimento dell’Atalanta (”…perchè tanto alla fine di casini ne abbiamo fatti tanti, dentro ci sono anche loro, capito?…Quindi, è inutile che lo abbandonino….”), ma nel corso dell’indagine che ha portato agli arresti del 19 dicembre non sono stati trovati riscontri alle parole di Santoni quando cita i tre azzurri, nè sono emersi elementi investigativi da approfondire.
Buffon e Gattuso, informati dall’Ansa sull’intercettazione di Santoni, hanno preferito non commentare. Mentre non è stato possibile raggiungere Cannavaro.
”Ho letto le agenzie di stampa che vorrebbero accreditare l’esistenza di un’intercettazione ambientale in cui Santoni coinvolgerebbe Buffon, Fabio Cannavaro e Gattuso. Tengo a precisare che Nicola Santoni non ha mai conosciuto i predetti calciatori nè con gli stessi ha mai avuto alcun rapporto, nemmeno indirettamente”. Lo ha spiegato in una nota Lorenzo Tomassini, il legale dell’ex preparatore atletico dei portieri del Ravenna, Nicola Santoni.
”Appena possibile chiederò l’ascolto di tutte le intercettazioni, telefoniche ed ambientali”,ha detto Tomassini, “con la convinzione che la contestualizzazione dei colloqui, primo tra i quali quello in argomento, relegherà molti ‘scoop’ al rango di chiacchiere da bar”.
L’intercettazione in questione è del 30 settembre scorso ed è appunto una conversazione registrata nell’auto di Santoni, tra quest’ ultimo e un conoscente, Maurinho, che in una successiva informativa la polizia presuppone possa essere identificato in Maurinho Ernandes, di 53 anni.
Gervasoni, in tuta da ginnastica con cappuccio, giubbotto scuro, proveniente dal carcere Ca’ di ferro di Cremona, ha varcato alle 10,30 la porta della procura, tenendo in mano l’ordinanza di custodia cautelare che l’ha portato in carcere otto giorni fa con altre 16 persone. E dopo aver lanciato la ‘bomba’ sulla serie A, ha anche approfondito altri aspetti solo accennati venerdì scorso nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip cremonese Guido Salvini.
Ad esempio, ha dovuto ricredersi sulla ormai famosa Atalanta-Piacenza del 19 marzo scorso, quella della stretta di mano con l’ex capitano orobico Cristiano Doni che doveva sancire anche plasticamente il raggiungimento del patto scellerato. Davanti al gip, forse in una strenua difesa dell’ex icona atalantina aveva negato di saperne qualcosa. Di fronte, però alle rivelazioni di Doni, che ha ammesso la combine, anche se precisando che l’aveva accettata solo per favorire la promozione dell’Atalanta, anche Gervasoni ha capitolato e ha abbassato la testa.
Conferme e ammissioni anche dal giocatore Alessandro Zamperini, quello che cercò di corrompere il calciatore del Gubbio Simone Farina che non ci pensò due volte a denunciare l’abboccamento alla giustizia sportiva. Zamperini ha aggiustato il tiro anche per quanto riguarda Lecce-Lazio del maggio 2011.
Davanti al gip aveva raccontato di essere stato ospite dell’hotel Hilton Garden, dove alloggiavano i giocatori giallorossi perchè invitato da un amico a vedere all’incontro.
Martedì invece, ha ammesso: ”Ero lì per cercare un tentativo di contatto” con qualcuno del Lecce. Proprio quel Lecce-Lazio di cui ha parlato anche Gervasoni.
Zamperini non ha invece saputo dire che cosa ci facesse, sempre in qui giorni, e nello stesso hotel il macedone Hristyian Ilievski, uno dei personaggi di vertice del gruppo degli ”zingari”, gli scommettitori dell’Est europeo, ‘braccio armato’ del gruppo di Singapore a cui fa capo il sistema delle scommesse emerso dall’inchiesta della procura di Cremona.
Anche Cristiano Doni è stato interrogato e le sue dichiarazioni davanti al gip di Cremona non sono piaciute ai tifosi atalantini, che già avevano voltato le spalle all’ex idolo. Nessuno crede alla spiegazione del giocatore (”L’ho fatto per passione verso l’Atalanta”). Anzi, si tratta di una giustificazione che suona come una beffa per molti, preoccupati anche per le ulteriori conseguenze che rischia di subire il club orobico.
La società di Percassi intanto sta pensando di chiudere in modo netto il rapporto con Doni, che fino a lunedì scorso aveva continuato ad allenarsi con la squadra nonostante la squalifica.
Secondo alcune indiscrezioni l’Atalanta sarebbe infatti orientata a chiedere la rescissione del contratto.
E mentre in città sono iniziate a comparire alcune scritte non proprio amichevoli sui muri all’indirizzo dell’ex simbolo, si fa strada anche l’idea di revocare la benemerenza civica conferita a Doni tre anni fa per i gol segnati in maglia atalantina e i risultati sportivi portati a Bergamo. Lo ha chiesto l’ex presidente del Consiglio Comunale Marco Brambilla (Pd) in una lettera aperta rivolta al sindaco Franco Tentorio (Pdl), che insieme al leghista Daniele Belotti fu all’epoca il promotore della consegna dell’onorificenza.
Brambilla auspica però che sia proprio Doni a compiere il gesto di restituire la benemerenza. ”Credo sarebbe buona cosa se la restituisse, per correttezza verso la città”, scrive Brambilla. ”Qualora ciò non avvenisse”, conclude Brambilla rivolto al sindaco, “ti chiedo di procedere con delibera di giunta alla revoca. Il tutto senza voler dare ulteriori giudizi che, credo, sia la società civile che la società sportiva hanno già esplicitamente espresso”.
A pensarla come Brambilla è infatti la maggioranza dei bergamaschi: in un sondaggio sul sito online dell’Eco di Bergamo l’85 percento dei lettori si è detto favorevole alla restituzione.

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