Terremoto: tanta paura, ma nessun danno

Il sisma di venerdì, di magnitudo 5.4, ha avuto epicentro tra Parma e Reggio, a una profondità di 60 km. A Brescia evacuato in via precauzionale il Crystal Palace.

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(red.) Una nuova forte scossa di terremoto, appena due giorni dopo quella che aveva creato apprensione al Nord, ha nuovamente impaurito la gente nel pomeriggio di venerdì, alle 15,53.
Il sisma, di magnitudo 5.4, è stato avvertito dalla Svizzera all’Umbria e ha avuto per epicentro ancora una volta l’Emilia, tra le province di Parma e Reggio. E se mercoledì, alle 9,06, il ‘cuore’ del sisma (in quel caso di magnitudo 4.9) era stato localizzato tra Brescello, Poviglio e Castelnovo Sotto, nel Reggiano, venerdì si è ‘spostato’ sull’Alto Appennino parmense, tra Corniglio, Berceto e Monchio delle Corti.
Immediate le verifiche a tappeto in tutta la zona: il bilancio stilato a sera parla di qualche danno, anche alla Reggia di Colorno già toccata dal precedente terremoto, ma nessun ferito a parte qualche contuso nella fuga o qualche lieve attacco di panico. Per precauzione, comunque, sabato saranno chiuse le scuole in tutto il Parmense, alcune anche nel Reggiano, a Montecchio e Castelnovo Sotto. Due famiglie sono state invece evacuate a Meletole, una frazione di Castelnovo, per alcune crepe ‘sospette’ nelle loro abitazioni. Le Ferrovie dello Stato hanno temporaneamente sospeso la circolazione sulla Milano-Bologna (appena venti minuti sull’Alta Velocità) per permettere alle squadre tecniche di Rfi la verifica di binari, ponti e viadotti, controlli estesi – con interruzioni – ad altre linee della zona: Parma-La Spezia, Lucca-Pistoia, Modena-Verona.
A Brescia è stato evacuato il grattacielo Crystal Palace, uno degli edifici più alti della città.
Il terremoto è stato avvertito fino in Valtellina e al confine con la Svizzera. Ovunque qualche minuto di spavento, ma poi ognuno è tornato alle sue attività.
”Non sono segnalati danni, la protezione civile si è subito allertata”, così un paio d’ore dopo il sisma il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ha rassicurato tutti.
Una scossa forte, dunque, ma anche molto profonda: 60,8 chilometri, contro i circa 33 di quella di mercoledì. E un sisma così profondo, ”inusuale per la nostra regione”, viene facilmente avvertito in un’area molto estesa, ”ma allo stesso tempo attutisce la sua forza e le sue conseguenze”, ha spiegato l’ingegner Demetrio Egidi, responsabile della Protezione civile dell’Emilia-Romagna. Altre scosse sono state registrate alle 16,23, a 63,6 km di profondità (magnitudo 2.7), e alle 16.34 (3.2).
”Si tratta”, ha aggiunto Egidi, “di un evento sismico distinto rispetto all’episodio di due giorni fa, in linea con la classificazione sismica tipica di quel territorio”.
”Anche questo terremoto è legato al movimento della placca Adriatica, che in questi ultimi mesi si sta facendo un po’ più intenso”, ha osservato il sismologo Alessandro Amato, dell’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
”Al momento”, ha rilevato, “non ci sono però dati storici sufficienti per interpretare con maggior precisione il fenomeno in corso”. E’ invece ben noto il modo in cui la placca Adriatica si muove: a Nord-Est spinge verso l’Europa e in questo movimento scorre sotto le Alpi, generando terremoti nella zona di Verona e poi verso il Friuli e le Prealpi; scendendo in direzione Sud, invece, si piega gradualmente sotto l’Appennino, inarcandosi a causa della sua rigidità. E’ stato questo movimento a generare il terremoto nel Reggiano, in un’area più vicina alla pianura e con una pericolosità sismica classificata come medio-bassa, così come venerdì ha colpito un’area più vicina ai rilievi e classificata con una pericolosità medio-alta. ”Il livello di pericolosità attribuito ad una zona è quello rispetto al quale è opportuno essere preparati in qualsiasi momento, indipendentemente dal verificarsi o meno di terremoti o sequenze”, ha osservato la sismologa Giovanna Cultrera, dell’Ingv.
La stessa rigidità della placca ha favorito la propagazione dell’energia. Allo stesso fenomeno ha contribuito la notevole profondità del terremoto, grazie alla quale le onde sismiche si sono attenuate, riducendo il risentimento del sisma in superficie. Dipende da questi fenomeni, quindi, se un terremoto non lieve ha provocato danni limitati pur essendo avvertito in una zona vastissima. Le mappe della percezione del terremoto messe a punto dall’Ingv sulla base delle migliaia di questionari ricevuti subito dopo il terremoto mostrano che il sisma e’ stato avvertito in tutto il Nord, con punte fino in Svizzera, e poi verso Sud fino ad Arezzo e Perugia, ad Ovest fino a Torino, a Nord fino a Sondrio, Trento, Bolzano e ad Est fino a Trieste.

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