Lettere al direttore

Il servizio sociale comunale e il problema delle risorse

Più informazioni su

    Gli Assistenti Sociali del Comune di Brescia ritengono necessario esprimersi in merito al contenuto dell’incontro del 30 Gennaio 2012 svoltosi presso la sede dei Servizi Sociali di Piazza Repubblica, 1.
    A partire dal Codice Deontologico professionale – Titolo IV “Responsabilità dell’assistente sociale nei confronti della società”, Capo I, punto 37: “L’assistente sociale ha il dovere di porre all’attenzione delle istituzioni che ne hanno la responsabilità e della stessa opinione pubblica situazioni di deprivazione e gravi stati di disagio non sufficientemente tutelati o condizioni di iniquità e di ineguaglianza”, vogliamo porre all’attenzione la preoccupazione di non poter più lavorare in modo adeguato ed equo sulle situazioni problematiche, di deprivazione e di disagio, spesso anche gravi, che caratterizza la gran parte dell’utenza dei Servizi Sociali.
    Come comunicato dal Capo Area, dal Capo Settore e dai Responsabili dei Servizi in indirizzo, con l’approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2012 si è operato un massiccio taglio ai capitoli di spesa corrente del nostro Assessorato. Quest’ultima imponente riduzione delle poste in bilancio è successiva a precedenti tagli su servizi e contributi economici, che fin dal 2010 hanno portato a rivedere i criteri di ammissione a tutte le prestazioni e a razionalizzare i servizi in atto. Ci troviamo oggi ad operare in una condizione di assoluto impoverimento del welfare municipale in una situazione di crisi economica strutturale, che ha comportato – e comporterà – un maggior afflusso di persone ai nostri servizi. Assistiamo a tagli così sostanziosi da rendere impossibile interventi sociali efficaci: l’utenza si troverà molto spesso costretta a reperire autonomamente soluzioni di fortuna per affrontare le proprie difficoltà, con un conseguente aumento dell’isolamento sociale, delle tensioni e dei conflitti fra persone e gruppi.
    La mancanza di risorse implica che il Servizio Sociale non potrà, nella maggior parte dei casi, offrire risposte alle persone che si rivolgono ai servizi per superare situazioni di grave svantaggio sociale o di criticità dovute a situazioni contingenti. La professionalità dell’Assistente Sociale, per operare interventi efficaci, non si può limitare all’ascolto o al controllo sociale, ma deve poter operare attraverso progetti concreti anche tramite aiuti economici e attivazione di servizi. È insufficiente, come ci è stato richiesto, l’intervento di promozione delle reti sociali, degli aiuti informali e di condivisione comunitaria dei bisogni secondo il principio di sussidiarietà, anche perché il lavoro di rete è un nostro specifico da
    sempre e come tale già promosso e attivato.
    In questo momento di crisi le varie realtà territoriali che operano nel sociale sono a loro volta allo stremo – avendo già messo in campo tutte le risorse disponibili – e, nell’esperienza quotidiana, chiedono con forza al Comune di non abdicare alle proprie responsabilità istituzionali, delegando al privato sociale responsabilità e oneri che non gli sono propri. Appaiono rischiosamente in pericolo i livelli minimi di risposta ai bisogni primari e le risorse economiche residue sembrano incongrue rispetto al numero di persone e famiglie assistite.
    A titolo esemplificativo le minori risorse colpiscono servizi quali: contributi economici, centri diurni integrati per persone con problemi di Alzheimer, comunità residenziali e centri diurni per persone con disagio sociale grave e disabilità, servizi educativi per minori e servizi assistenziali per anziani e disabili. Questo significa che moltissime persone, non numeri, già provate perché malate o in un momento di fragilità, perché sole o sofferenti, perché senza lavoro o senza risorse e capacità personali, non potranno più essere aiutate. Non si tratta di persone che i nostri servizi rendevano miracolosamente sane, ricche o adeguate, ma di persone che venivano aiutate, in molti casi, a vivere al di sopra della soglia di povertà e di disperazione.
    Il risultato di una logica di “svuotamento” delle risorse comporterà anche che l’accesso ad alcuni servizi sarà possibile solo a quelle famiglie e a quei singoli che avranno le risorse economiche per poterli pagare interamente, privando di senso l’esistenza stessa dei Servizi Sociali. Per questi motivi, in coerenza con il Codice Deontologico sopraccitato, chiediamo il ripristino delle risorse economiche decurtate affinchè siano garantiti i diritti dei soggetti e delle famiglie più deboli, a maggior ragione nel solco della tradizione di solidarietà e sensibilità sociale che pure è un stato un tratto distintivo della nostra città.

    Gli Assistenti Sociali del Comune di Brescia

    Più informazioni su

    Commenti

    L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.