Carcere per errore, ma clandestina: espulsa

La donna brasiliana che il giorno di San Faustino era stata prelevata da casa e condotta a Verziano è stata liberata dopo 44 anni. Ma in seguito rimpatriata.

(red.) In carcere per 44 giorni, da innocente. Si tratta della donna brasiliana di 35 anni che il giorno di San Faustino, il 15 febbraio, venne prelevata dagli agenti della squadra mobile di Brescia dal suo appartamento di corso Magenta, a Brescia, per essere reclusa a Verziano. L’accusa, formulata dal tribunale di Cearà, in Brasile, era quella di traffico internazionale di esseri umani finalizzato allo sfruttamento della prostituzione. In pratica, secondo i giudici sudamericani, la donna avrebbe portato in Italia in modo illegale diverse donne per farle finire sulla strada.

Subito dopo quell’arresto, però, l’avvocato della donna aveva presentato una richiesta alla Corte d’Appello di Brescia per consentire i domiciliari alla sua assistita. Istanza che, però, era stata respinta. Nel frattempo sono andati avanti gli accertamenti giudiziari per capire in quale inchiesta la donna fosse coinvolta e se avesse delle accuse pendenti. Così si arriva a lunedì 3 aprile quando giunge la svolta, di cui dà notizia il Giornale di Brescia. Il tribunale brasiliano, infatti, ha inviato alla magistratura bresciana un atto con cui ha chiesto di liberare la donna se fosse stata detenuta.

Il motivo? I giudici carioca si erano sbagliati giustificandosi come scambio di persona. Quindi, dopo 44 giorni, la 35enne è stata liberata. Ma per lei i guai non sono finiti. Infatti, prima di entrare in carcere stava sistemando le pratiche per la regolarizzazione sul territorio italiano, in virtù anche di un matrimonio con un connazionale regolare. Per questo motivo, subito dopo la libertà, la 35enne è stata condotta dalle forze dell’ordine in aeroporto e rimpatriata. L’avvocato della donna che sta seguendo la vicenda ha anticipato che il compagno avvierà le pratiche per il ricongiungimento familiare, mentre la stessa brasiliana avvierà una causa per la ingiusta detenzione.

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