Legambiente Lombardia sulla ciclovia del Garda: “Evitare di buttare il bambino con l’acqua sporca”

Secondo l'associazione nel tratto lombardo la pista "a sbalzo" è irrealizzabile. I problemi su cui concentrarsi sarebbero altri: i rischi per i ciclisti sulla Ss 45bis, il traffico eccessivo in zona e la mancanza di mezzi pubblici adeguati.

Lago di Garda. Prosegue il dibattito sulla ciclovia del Garda, la grande infrastruttura ciclabile prevista dal Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche (noto come “SNCT 2018”). Mercoledì pomeriggio sulla questione si è espressa anche la Legambiente lombarda.
Diversi comitati si oppongono all’opera non solo in difesa dell’integrità del paesaggio, ma più in generale sottolineando il consumo di suolo, l’eccessivo costo della realizzazione e la sicurezza dell’infrastruttura. Per tutti questi parametri, i tratti più discutibili sono quelli in falesia, le cosiddette ‘mensole’ a sbalzo sulla roccia.
In tema del rischio idrogeologico pesa soprattutto sul tratto lombardo, anche a causa delle frane degli ultimi mesi.
“Al di là delle criticità, sarebbe meglio evitare di buttare via il bambino con l’acqua sporca: in uno scenario dalla mobilità estremamente congestionata non è immaginabile escludere un’alternativa come quella rappresentata dalla mobilità ciclistica“, ha dichiarato l’associazione in un comunicato. “E’ sotto gli occhi di tutti una congestione veicolare crescente, causata tra l’altro, dal sovraffollamento turistico. La bici non va intesa solo ricreativamente, ma anche come logistica di prossimità, che vada a sommarsi al trasporto collettivo e alla navigazione, oggi poco sviluppate“.
“Ci si chiede se in nome della bicicletta si possa sfregiare il paesaggio. Il paradosso di questo dibattito è che, almeno nel tratto lombardo, non esiste nessun progetto esecutivo che preveda la tanto deprecata soluzione in falesia. Le criticità sono così tante che la Regione Lombardia, interpellata a riguardo da Legambiente, sta ripensando le strategie progettuali“, prosegue la nota. “La ciclabilità sul Garda non aspetta certo la realizzazione della Ciclovia. Dove passano oggi i cittadini in bicicletta? Sulla Gardesana Occidentale, la Ss45 bis“.

La condivisione della carreggiata è già un fatto, bisogna pensare a una maggiore sicurezza. La Regione non deve soltanto ripensare le soluzioni progettuali della ciclovia, ma anche potenziare il trasporto collettivo su gomma e via acqua aumentando la frequenza delle corse e al contempo riducendo la motorizzazione individuale”, ha commentato la presidentessa di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto. “A livello normativo molte soluzioni sono possibili. Separare le biciclette dai veicoli a motore non solo non è sempre necessario, ma è anche difficilmente realizzabile senza mettere in conto deviazioni inopportune e spese esorbitanti per opere impattanti. A questo proposito, preoccupa la volontà del governo nazionale di andare contro le infrastrutture in segnaletica e la moderazione della velocità, come pare avverrà con la legge delega per la riforma del Codice della Strada“.
Infine, sulla questione è intervenuto anche Federico Del Prete, responsabile Mobilità e spazio pubblico della Legambiente lombarda. “Non c’è contrapposizione tra ciclabilità e integrità del paesaggio sul Garda, in fatto di mobilità i problemi sono ben altri”, ha commentato Del Prete. “Serve una maggiore determinazione da parte della Regione nel chiudere una partita sospesa ormai da troppo tempo, evitando spese e progettualità inopportune o, peggio, la mancata realizzazione dell’infrastruttura”.

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