Banca cinese clandestina, tra i 18 indagati anche i coniugi Rossini

La maxi operazione della Guarda di Finanza ha portato allo scoperto una frode da 110 milioni di euro. Giuliano Rossini e Silvia Fornari si trovano già in carcere per un'altra truffa da 90 milioni, di cui 15 seppelliti nel giardino di casa.

Vicenza. Non finiscono i guai di Silvia Fornari e Giuliano Rossini, moglie e marito già condannati per una maxi-frode da 90 milioni di euro. I due erano passati alle cronache per aver celato più di 15 milioni di euro nel giardino di casa, in soffitta e in altre loro proprietà.
Per loro era arrivata una condanna a 4 anni, per il figlio Emanuele e la cognata Marta Fornari a 3 anni e 10 mesi. Altri 3 imprenditori facenti parte della stessa banda avevano ricevuto condanne ancora più leggere.
La procura e il pm hanno ritenuto le pene troppo basse e hanno fatto ricorso in appello, ma la Corte ha confermato le condanne (e anzi ridotto la cifra sequestrata a uno degli imputati).
Martedì mattina è arrivata la notizia di una maxi operazione della guardia di finanza di Vicenza. Le fiamme gialle hanno perquisito le case di 18 persone tra la provincia di Brescia e il Veneto, anche con l’ausilio di un elicottero e di speciali unità cinofile con cani addestrati alla rilevazione dei contanti.
In 13 sono stati portate via in manette, 1,5 milioni di euro sono stati sequestrati insieme a telefoni, documenti, orologi di lusso e lingotti d’oro. Nel pomeriggio è arrivata la notizia che due degli indagati sono proprio i coniugi Fornari e Rossini.
L’accusa è di aver messo in piedi una rete per realizzare frodi fiscali e trasferire il denaro in Cina. I finanzieri hanno ricostruito già 556 viaggi effettuati per spostare i soldi, con tanto di auto noleggiate, scorta e vedette per avvistare le forze dell’ordine. La somma di cui si parla supera i 110 milioni di euro.

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