Fusione contestata tra A2A e Aeb, i comuni brianzoli parte civile

Il processo resta a Monza e tra gli accusati vi sono politici e amministratori locali, oltre all'ex presidente della multiutility bresciano-milanese Giovanni Valotti.

Monza. Resta a Monza il processo per la fusione tra Aeb e A2A e sono state ammesse tutte le costituzioni di parte civile chieste dai Comuni della zona soci della multiutility brianzola, compreso il comune di Seregno, il cui sindaco Alberto Rossi è coimputato per turbativa d’asta.
Questa la decisione della giudice del Tribunale di Monza Elena Sechi nell’udienza preliminare, mentre è stata respinta la costituzione di parte civile dell’ex consigliere comunale Tiziano Mariani di Seregno, tra i primi a mettere nel mirino e contestare la fusione.
Tra gli imputati l’ex presidente di A2A Giovanni Valotti, l’ex presidente di Aeb Loredana Bracchitta, Pierluigi Troncatti partner di Roland Berger srl, l’assessore alle Partecipate del Comune di Seregno Giuseppe Borgonovo, il segretario generale del Comune di Seregno Alfredo Ricciardi.
Secondo la Procura di Monza che ha chiesto i rinvii a giudizio la fusione è stata effettuata solo per “favorire la società A2A” con un danno complessivo per Aeb (Ambiente energia Brianza) “non inferiore a 60 milioni di euro” e con “l’omessa valorizzazione di un premio di maggioranza a favore di Aeb non inferiore a 5,7 milioni di euro”. Inoltre per selezionare il socio sarebbe stato necessario effettuare una gara pubblica.
Sull’argomento va registrato un intervento del portavoce di Monza del Movimento 5 Stelle, l’ex consigliere regionale  Marco Fumagalli: «Il rinvio a giudizio disposto nei confronti degli imputati per la vicenda della “svendita” di Aeb ad A2A è una buona notizia, ma ora si apre una nuova sfida. Nell’ambito della fase dibattimentale, qualora il fatto risulti diverso da come descritto nel decreto che dispone il giudizio, è possibile contestare nuovi addebiti. A giudizio ci sono coloro i quali sarebbero gli eventuali esecutori, accusati di un reato minore quale la turbativa d’asta, interessante sarebbe se la verità processuale riuscisse a ricostruire e individuare l’eventuale ratio dell’intera operazione. Nell’ambito processuale si dovrà accertare se l’operazione sia nata a Seregno (sede di Aeb) o a Milano e Brescia (sede di A2A), e come sia stato possibile che i Consigli comunali e l’assemblea dei soci abbiano deliberato sulla base di false comunicazioni sociali (il valore di cessione era viziato e non è stata indetta la prescritta gara pubblica)».

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.