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Lonato, la battaglia del Comitato “No polo logistico” non si ferma

Dopo la bocciatura della Regione, il maxi-progetto potrebbe essere tramontato una volta per tutte per come lo conosciamo. L'area però resta edificabile, e i proprietari potrebbero lasciarsi tentare ancora dalla cementificazione.

Lonato. Il progetto del maxi-polo della logistica di Lonato ha subito un’importante battuta d’arresto, forse uno stop definitivo, ma la battaglia della cittadinanza, del Comitato e delle associazioni ambientaliste non si ferma.
Dopo le bocciature dei due Utr (Uffici territoriali regionali) di Mantova e di Brescia è difficile che i giganteschi capannoni possano essere realizzati. Questo perché uno step fondamentale del progetto era la modifica del reticolo idrico, sulla quale gli Utr hanno espresso il loro veto.
La zona però rimane edificabile per strutture ad uso produttivo, quindi nulla esclude che in futuro altri “maxi-poli” facciano la loro comparsa in quella che oggi è una bellissima area verde, a due passi dal Sito di interesse comunitario (un’area naturale protetta dalle normative europee) di Castiglione delle Stiviere. I proprietari dei lotti potrebbero insomma cedere alla tentazione della cementificazione (purché il reticolo idrico rimanga inalterato) e il sindaco di Lonato in questi anni si è dimostrato ben disposto verso le nuove edificazioni.
La lotta del Comitato “No polo logistico” dunque prosegue, rinvigorita dalle importanti vittorie collezionate negli ultimi mesi. Tra queste, prima delle bocciature dei due Utr, il favore di Legambiente e di altre associazioni, del Comune di Castiglione, della Provincia, dall’opposizione in consiglio regionale e persino di alcuni componenti della Giunta. Le prossime mosse delle attiviste e degli attivisti sono due: la richiesta di un confronto con il Ministero (già presentata) e la cosiddetta “Vinca”, la Valutazione di impatto ambientale.
Questo documento è stato richiesto molte volte dai membri del Comitato, ma non è mai stato rilasciato dagli enti competenti. Attraverso questo strumento gli uffici regionali avrebbero il potere di chiudere definitivamente la questione, stabilendo una volta per tutte che quell’area debba rimanere verde.

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