Depuratore Garda: “Progetto contrario a principi ecologici, tecnici e giuridici”

Il Presidio 9 Agosto ha preparato un documento dotato di parere legale in vista della pianificazione definitiva dei nuovi impianti di trattamento dei reflui. E lo presenterà a tutti gli enti coinvolti.

Brescia. In vista della progettazione definitiva dei nuovi impianti di depurazione dei reflui del Garda, il Presidio 9 Agosto con un comunicato ritorna su alcune questioni tecnico-giuridiche.
“Già due anni fa circa”, si legge nella nota, “era stata realizzata, da parte dei soggetti coinvolti, una corposa documentazione che aveva analizzato, sotto il profilo tecnico e scientifico, l’inadeguatezza del progetto che vede coinvolti i comuni di Gavardo e Montichiari nella depurazione dei comuni della sponda bresciana del Garda e, nello specifico, veniva indagato lo stato di salute del Fiume Chiese, comparandolo con quello del bacino (o sottobacino) idrico SarcaGarda-Mincio, concludendo che mentre il bacino del Fiume Chiese presenta una situazione ambientale critica, quello del Fiume Mincio, nel quale attualmente confluiscono già tutti i reflui gardesani, presenta una situazione molto migliore, in quanto corpo idrico maggiormente protetto e conservato”.

“Basti pensare che il numero di aziende industriali dislocate lungo il corso del Chiese è di molto superiore alla quantità di aziende site lungo il corso del Mincio; e ciò a fronte di portate d’acqua molto diverse, visto che il Mincio ha un deflusso di 5-6 volte maggiore di quello del Chiese”, proseguono gli ambientalisti del Presidio 9 Agosto. “I dati di analisi delle condizioni del Chiese, nel documento di allora fermi al 2018, sono stati aggiornati con una indagine di Arpa Lombardia, che ha raccolto anche dati del 2019 e che attesta la ‘sufficiente’ qualità delle acque del Chiese dove, per i parametri espressi, il livello di ‘sufficiente’ è inaccettabile, secondo i dettami della C.E., a partire dal 2015. Ciò significa che tale fatto sarà prima o poi rilevato dalla C.E. e vi sarà un ennesimo procedimento per infrazione. Tra l’altro il quinquennio 2014-2019 fa registrare un peggioramento della qualità delle acque di quel fiume rispetto al quinquennio 2009-2014”.

“In tali condizioni”, continua il documento, “il principio di precauzione, raccomandato dalle norme europee e nazionali, consiglia di non immettere acque reflue (e dunque già fortemente contaminate, anche se poi trattate) in un corpo idrico già in stato critico. Tale rilevazione analitica, di carattere tecnico-scientifico, si incrocia anche con principi e norme giuridiche, vigenti nel nostro ordinamento, che tutelano la qualità delle acque superficiali (D.M. 131/2009) e che consigliano di mantenere separatezza tra le acque di diversi bacini (e sottobacini) idrici”.

“Da tutte le considerazioni di cui sopra è scaturito un documento dotato di un parere legale, il quale, esaminando la normativa del T.U. ambientale (D. Lgs. 152/2006), individua i singoli corpi idrici superficiali come oggetto di specifica tutela, non solo in prevenzione di abbassamenti qualitativi, ma anche per la precisa finalità di tutela delle singole acque e degli organismi animali e vegetali che ivi sono presenti. Questo documento verrà inviato e illustrato a tutte le autorità, gli uffici tecnici e i centri di ricerca che saranno coinvolti nella progettazione definitiva dell’impianto di depurazione, allo scopo di dimostrare che l’attuale progetto di massima contrasta non solo con principi ecologici, ma anche con considerazioni tecniche e norme giuridiche, e deve dunque essere abbandonato definitivamente. Questa mattina (mercoledì 7 dicembre 2022) abbiamo avuto modo di presentarlo in anteprima al Magnifico Rettore dell’Università di Brescia, professor Francesco Castelli in un colloquio durato circa un’ora durante il quale ci siamo confrontati sul ruolo rivestito dal DICATAM in questa vicenda. Abbiamo spiegato anche le nostre riserve circa il processo di normalizzazione dei punteggi utilizzato nell’analisi di siti alternativi per l’ubicazione degli impianti di depurazione in oggetto”.

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