Brescia, non ce l’ha fatta l’aquila avvelenata dal piombo

Il rapace, una femmina di due anni di età, è deceduto a seguito dell'intossicazione da piombo dovuta al fatto di essersi alimentata di altri animali a loro volta contaminati.

Brescia. Non ce l’ha fatta l’aquila reale recuperata dalla Polizia Provinciale in provincia di Brescia ed affidata alle cure del Cras (Centro Recupero Animali Selvatici) WWF di Valpredina, nella Bergamasca.
Il rapace, una femmina di due anni di età, è deceduto a seguito dell’avvelenamento da piombo contenuto nei pallini da caccia: a seguito delle analisi effettuate è emerso che avesse altissimi livelli di metalli pesanti nel sangue, nel cervello e nelle ossa. Il rapace è deceduto poco dopo il ricovero dal ricovero.
Nel corso della sua breve vita l’animale si è nutrito di carcasse di animali contaminati a loro volta da piombo ed il fatto che l’aquila si stata rinvenuta in un’area a ad alta densità di caccia conferma che l’eventualità di un avvelenamento da metalli pesanti è una situazione più frequente di quanto si possa immaginare.
Ogni anno, in Europa, infatti, l’avvelenamento da piombo provocherebbe un milione di decessi di uccelli acquatici, oltre alle specie che si nutrono di animali contaminati e ai rischi per la nostra salute.