Contro la ciclovia del Garda un esposto alla Corte dei Conti

Lo ha presentato il Coordinamento interregionale a tutela del lago, che ha sempre osteggiato l'opera sia per il costo sia per il potenziale gravissimo danno ambientale.

Trento. Hanno presentato un esposto alla Procura regionale della Corte dei conti di Trento per ribadire il “No” degli ambientalisti alla ciclovia del Garda. A mobilitarsi ancora una volta è stato il Coordinamento interregionale a tutela del lago di Garda, che raduna trenta associazioni e comitati delle tre regioni bagnate dal Benaco: Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige.
In passato il gruppo aveva già messo in evidenza i rischi e le criticità dell’opera, considerata uno spreco di denaro pubblico, oltre che uno sfregio ambientale e paesaggistico. Un problema soprattutto per le coste dell’Alto lago di Garda, dove sono previste passerelle metalliche sospese attaccate alla roccia e a picco sull’acqua con paramassi, gallerie artificiali e passerelle sorrette da pilastri nel lago. E’ stato presentato anche un appello al presidente Mattarella.
Sono sempre stati sottolineati anche i pericoli derivanti dall’infrastruttura per l’ambiente e per la flora lungo le coste ghiaiose, per esempio nella riserva di Val di Gola, in provincia di Trento, luogo di riproduzione della rarissima Dafne di Reichstein, un arbusto erbaceo. Insomma, sono in molti a temere un possibile danno botanico e naturalistico, tanto che l’opera – che oggi è ferma a Limone, sul confine tra le province di Brescia e Trento – è stata messa in stand by dalla regione Lombardia dopo le proteste dei comuni di Toscolano e Salò.
Il progetto prevede complessivamente 165 chilometri di strada ciclabile, in parte a strapiombo sul lago. Di questi, 79 km si svilupperanno sulla costa lombarda, 67 su quella veronese e 19 nella parte trentina. La spesa complessiva prevista è di 344,5 milioni: 120,5 in Veneto, 144 in Lombardia e 80 per la Provincia autonoma di Trento. A questo investimento, definito sottostimato dagli ambientalisti che hanno presentato l’esposto, andrebbero aggiunti «esorbitanti costi di manutenzione necessari per garantire la sicurezza dei tratti esposti e soggetti a frane».