Ricerca ambientale nel lago d’Iseo e Maggiore: investimento da 40mila euro

Un accordo con l'Università Bicocca per studiare lo stato di salute dei bacini. I dati scientifici rilevati serviranno a Regione Lombardia per calibrare gli interventi e migliorare la qulità delle acque.

Iseo. Regione Lombardia ha approvato, su proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima Giorgio Maione, un accordo di collaborazione con il team di Ecologia e gestione delle acque interne dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca per la mappatura del Lago di Iseo e del Lago Maggiore durante l’estate 2024.
La ricerca si avverà anche del contributo della Polizia Provinciale di Brescia per quanto riguarda il campionamento del Lago d’Iseo e dell’Istituto di Ricerca sulle Acque per il Lago Maggiore.
«Saranno misurati in diversi punti i parametri relativi a temperatura, concentrazione di nutrienti algali, clorofilla, ed emissioni di gas. Vogliamo avere a disposizione dati scientifici aggiornati e dettagliati per calibrare le politiche ambientali, ha dichiarato Maione. – I nostri splendidi laghi sono fonte di turismo e patrimonio di biodiversità. Il supporto della ricerca è centrale per migliorare la qualità delle acque e ottimizzare l’utilizzo delle risorse idriche, un investimento totale -ha specificato –  da 40 mila euro, a cui contribuiscono entrambe le istituzioni, che produrrà dati fondamentali».

La maggior parte delle attività di ricerca sui laghi si concentra sul monitoraggio di un singolo punto, tralasciando l’eterogeneità spaziale. Combinando misure puntuali con dati generati spazialmente, la Regione Lombardia e i ricercatori mirano invece a migliorare la comprensione delle dinamiche di diversi parametri di qualità dell’acqua e delle implicazioni della variabilità spaziale. Le azioni di questa estate rientrano nel progetto FIRE (Freshwater Innovations in Research and Education) che consiste nella misurazione ad alta frequenza di parametri di qualità e nella valutazione delle concentrazioni di gas serra nelle acque superficiali del lago di Iseo e del lago Maggiore per produrre dati dettagliati e spazialmente espliciti.
«Ci affidiamo a un partner che ha già promosso diverse iniziative di monitoraggio e studio delle risposte degli ambienti lacustri agli impatti antropici, oltre a interventi di risanamento e tutela degli ambienti lacustri della Lombardia» ha aggiunto Maione.

sopralluogo maione Lago Iseo

I risultati serviranno a valutare l’applicazione di nuove tecnologie e l’integrazione delle stesse con tecniche già sperimentate per il monitoraggio e lo studio degli ambienti del Lago di Iseo e del Lago Maggiore. Gli ecosistemi d’acqua dolce svolgono un ruolo cruciale nello scambio di gas serra con l’atmosfera, ma le informazioni a riguardo sono estremamente limitate. Con la presente collaborazione si intende valutare l’emissione dei principali gas serra per stimare i flussi e comprenderne la variabilità spaziale.
«I dati permetteranno di capire come questi ambienti stanno cambiando in risposta alle pressioni antropiche e climatiche, ma anche di individuare quali sono le più adatte strategie per migliorare tali ecosistemi, con risvolti positivi sulle economie locali – ha spiegato Barbara Leoni, docente di Ecologia di Milano-Bicocca -. Le attività si svolgeranno non solo nella zona di centro lago (pelagica), dove la maggior parte degli studi vengono frequentemente condotti, ma anche nella zona litorale, la cui alterazione, costituendo la porzione di lago che viene più frequentemente fruita dal turismo, viene largamente percepita». Per la prima volta verranno raccolti dati con un elevato dettaglio spaziale, fornendo una ampissima quantità di informazioni su processi ancora poco noti fino ad oggi, ad esempio la capacità di questi sistemi di emettere gas serra.

Il progetto rappresenta un’opportunità tangibile per promuovere attivamente l’implementazione delle attività di valorizzazione e trasferimento della conoscenza, nonché per favorire l’integrazione tra l’università, le imprese e il territorio. «È un’occasione importante per collaborare attivamente al mantenimento e al ripristino delle funzioni dei nostri ecosistemi lacustri – ha aggiunto Leoni -, garantendo così i molteplici benefici che apportano alla popolazione e alle attività produttive. Il coinvolgimento degli enti locali in questo processo è fondamentale e fornisce il contesto ideale per il successo del progetto. L’operare in modo sinergico permetterà di ottenere vantaggi reciproci per tutte le parti coinvolte, contribuendo così a un risultato positivo complessivo del progetto con ricadute positive sul territorio».

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