Flero, Morandi Steel: cala il fatturato, ma tiene la redditività

La'zienda ha chiuso il 2023 con un fatturato di 14,5 milioni di euro, in contrazione del 20% rispetto ai 18,1 milioni di euro del 2022. Investimenti in digitalizzazione e servizi per i clienti nel futuro della società.

Flero. Rispondere alle sfide del mercato e alle esigenze dei clienti con lo sviluppo di soluzioni innovative attraverso investimenti in digitalizzazione, innovazione e servizi. Questa la rotta seguita da Morandi Steel nel 2023, un anno di transizione e avanzamento lungo il percorso strategico della “servitizzazione”.
Aspetti sottolineati dal presidente Emanuele Morandi: «Lo scorso anno siamo stati protagonisti di una profonda riorganizzazione interna. Da un lato, abbiamo investito in innovazione e abbiamo installato un nuovo ERP (Enterprise resource planning). Un software che ha richiesto a tutta la squadra uno sforzo per integrarlo nel nostro sistema-azienda. Ci vorrà ancora del tempo affinché sia operativo al 100% e inizi a dispiegare tutti i suoi benefici. Dall’altro lato, abbiamo ampliato lo staff, arrivando a 26 collaboratori, e investito molto in formazione. In generale, gli investimenti nel 2023 hanno superato i 500mila euro». 

morandi steel

Morandi Steel ha chiuso il 2023 con un fatturato di 14,5 milioni di euro, in contrazione del 20% rispetto ai 18,1 milioni di euro del 2022. Una frenata dovuta principalmente alla diminuzione dei prezzi alla distribuzione (-12%) e, solo in parte, al calo dei volumi venduti (-9%). L’Ebitda è passato da 1,7 milioni di euro a 1,1 milioni di euro, mentre è rimasto costante il margine operativo lordo. «Malgrado questo la redditività si è mantenuta su buoni livelli, a riprova della bontà delle linee guida strategiche delineate», aggiunge il presidente Morandi.
Per il 2024 l’azienda si è posta obiettivi sfidanti, in particolare in termini di «ulteriore incremento della qualità delle lavorazioni offerte, in modo da aumentare l’incidenza sul fatturato del materiale lavorato rispetto a quello del commercio “tel quel” puro. Gli sforzi sono diretti anche a un aumento della produttività e dell’efficienza dei nostri impianti. Stiamo, in poche parole, seguendo il tragitto che avevamo già tracciato qualche anno fa: la “formidabile sfida della servitizzazione”», conclude Emanuele Morandi.

La scelta di puntare su una maggiore incidenza delle lavorazioni e sulla fornitura di servizi ad alto valore aggiunto ha permesso all’azienda di sopperire alla debolezza del mercato, come rilevato da Riccardo Taroni, sales manager di Morandi Steel: «Nei primi cinque mesi dell’anno siamo riusciti ad ottenere un incremento attorno al 30% delle quantità venute rispetto allo stesso periodo del 2023, con un +10% in rapporto al budget. La domanda sta ancora attraversando una fase attendista e i prezzi non hanno registrato gli incrementi che il comparto auspicava. Tuttavia, grazie alla maggiore incidenza sul fatturato delle lavorazioni e dei servizi, stiamo facendo meglio rispetto alla media del settore».

Segnali che consentono di guardare al resto dell’anno con ottimismo: «Siamo fiduciosi per un risveglio della domanda nei prossimi mesi e, soprattutto, per i benefici che potrà portare il Pnrr, con lo sblocco dei cantieri e l’apertura di nuove commesse. Da parte nostra, l’obiettivo è continuare a crescere e centrare tutti gli obiettivi sfidanti che ci siamo posti. Lo faremo attraverso nuovi investimenti e la ricerca delle persone giuste, puntando molto sulla formazione e sul potenziamento dell’organico», conclude Riccardo Taroni.

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