Attentato alla sede Polgai di Brescia, dall’ordigno emergono altre tracce

Ieri nuovo incidente probatorio. Nei prossimi giorni si cercherà di dare un nome alle nuove tracce trovate.

(red.) Era la notte tra il 17 e il 18 dicembre del 2015 quando davanti al portone della scuola di Polizia Polgai in via Vittorio Veneto a Brescia esplode una bomba rudimentale, di fatto una pentola. A distanza di sei anni da quei fatti, per i quali sono al momento due gli indagati, potrebbero emergere delle novità investigative. Ieri, mercoledì 3 marzo, in tribunale a Brescia si è svolto un altro incidente probatorio e da una perizia sui resti di quell’ordigno sono emerse tracce di altri profili ancora non noti.

Una situazione che ha portato il magistrato Erica Battaglia a voler continuare a indagare. Nel frattempo gli accusati di quell’attentato restano gli anarchici Manuel Oxoli e Juan Antonio Sorroche. A questo punto i profili emersi e ignoti saranno inseriti nella banca dati nazionale del Dna e a confronto con le tracce dei due accusati che hanno tempo fino al 24 marzo per farsi prelevare del campione genetico.

E i risultati sono attesi solo nelle prossime settimane. Manuel Oxoli, uno dei due indagati, ha già scontato una pena dopo l’accusa di favoreggiamento per aver nascosto nella propria abitazione di Marmentino l’anarchico Sorroche.

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