Omb International, fusione in Brescia Mobilità. Così si chiude il caso

L'operazione di risanamento è costata al Comune oltre 15 milioni di euro. Il capannone di Buffalora come parcheggio.

(red.) Il caso della società Omb di Brescia, azienda fondata dalla famiglia Mascialino che produceva cassonetti e compattatori, ha fatto discutere per anni la politica all’ombra della Loggia. E ora è destinato a chiudersi per sempre. Nella prossima seduta del consiglio comunale, infatti, è all’ordine del giorno la fusione per incorporazione della società Omb International all’interno di Brescia Mobilità. Il gruppo, che operava a Buffalora dove si trova attualmente il capannone che verrà usato come parcheggio scambiatore per la metropolitana, era stato acquisito nel 2009 per 10 milioni di euro da Brescia Mobilità – società del comune di Brescia – con la giunta di centrodestra, sindaco Adriano Paroli, che allora guidava la Loggia.

L’azienda Omb, già acquisita quando si trovava in acque tempestose, non si è mai risollevata. E la situazione economica e contabile era sempre più deteriorata finché nel 2013 la prima amministrazione di Emilio Del Bono ne aveva disposto la vendita.
Dell’intera situazione Omb, in vista del consiglio comunale, si è parlato venerdì 14 maggio in commissione Bilancio da parte dell’assessore alla Mobilità Federico Manzoni. Omb al tempo della cessione era stata divisa in due parti: Technology ceduta al gruppo Busi di Gavardo e International rimasta in capo a Brescia Mobilità.

Con il passare degli anni, proprio la International è stata risanata, ma il Comune ci ha buttato dentro oltre 15 milioni e mezzo di euro. A questo punto ci sarà l’ultimo passaggio, con la discussione in consiglio comunale per incorporare Omb in Brescia Mobilità e chiudere la questione una volta per tutte.

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