Dino Greco (Prc): un altro procedimento giudiziario contro i partecipanti al presidio per riaprire Piazza Loggia

Brescia. «L’editto che chiude un importante spazio di democrazia ha mietuto un’altra vittima», si legge in una nota di Unione popolare Brescia: «Dopo Giovanna Giacopini è infatti toccato ad un altro nostro compagno, Dario Filippini, ricevere la notifica di avvio di un procedimento giudiziario a suo carico. La sua colpa? Aver partecipato al presidio di 36 ore indetto da Unione Popolare la scorsa settimana per chiedere la riapertura di Piazza Loggia alle manifestazioni».
«L’assurdo provvedimento, voluto dal comitato per l’ordine e la sicurezza», si legge ancora nella nota firmata da Dino Greco, membro della direzione nazionale di Rifondazione comunista, «costringe i giudici della Procura della Repubblica, che probabilmente hanno cose più importanti da fare, ad occuparsi di persone la cui unica colpa è quella di chiedere il rispetto dell’articolo 21 della Costituzione. E non solo. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, infatti, recita: ”Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione e di opinione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni ed idee attraverso ogni mezzo”».
«Prendiamo atto», prosegue il documento, «che sono i cittadini a ricordare alle istituzioni i principi che regolano la vita di una democrazia, principi che le stesse istituzioni dovrebbero diffondere e difendere. Attendiamo, come da documento fatto protocollare giovedì scorso, che il prossimo consiglio comunale si pronunci sull’argomento. Chiediamo ed esprimiamo solidarietà ai compagni colpiti da provvedimenti ingiusti e chiediamo che tutte le forze democratiche si esprimano. La nostra mobilitazione per liberare Piazza Loggia prosegue».