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Arpa: senza risorse verso il collasso

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I SINDACATI:
SENZA RISORSE
SI VA VERSO
IL COLLASSO


(red.) L'azienda regionale per la protezione dell'ambiente di Brescia (Arpa) è in grave affanno finanziario. Mancano i soldi per il conttrollo del territorio, mentre gli uffici accumulano pratiche che non si riescono a smaltire a causa del poco personale. E' la denuncia fatta alla stampa dai tre sindacati confederali, che hanno voluto lanciare un appello alla politica e alle istituzioni.
"L'Arpa di Brescia", ha spiegato Ilda Arici, della Cgil, "controlla il nostro territorio, che tra l'altro presenta 27 siti industriali ad alto rischio ambientale, con 11 collaboratori, quando nel 2005 erano 20. Le competenze dei tecnici che non ci sono più erano molto utili, per esempio, per il monitoraggio della zona Caffaro e per i 60 pozzi idrici che per una serie di problematiche andavano controllati almeno due volte all'anno. I lavoratori rimasti devono assumersi pesanti responsabilità personali guadagnando circa 1.100 o 1.200 euro al mese. Intanto le pratiche si accumulano e sembra difficile che l'Arpa riesca a vagliare tutte le autorizzazioni di impatto ambientale che le aziende devono presentare entro settembre".
"Un'altra grave difficolta", ha detto Antonio Tira, della Cisl Funzione Pubblica, "è la mancanza di un'organizzazione interna efficiente. Qui nessuno sa che cosa fare e a chi rivolgersi per una serie di competenze. Il piano del vecchio direttore è stato accantonato da quello attuale, Antonio Dal Miglio, ma nessuno si è preoccupato di creare una nuova strategia".
Andrea Riccò, Uil, ha, invece, criticato la gestione del campionamento del territorio. "Oggi ci sono solo sette tecnici che escono per fare i rilievi. Per un controllo ambientale vero ne servirebbero altri 30 almeno. Basti pensare che, per i controlli urbanistici, l'Arpa ha una persona e mezzo per tutta la provincia mentre l'Asl può contare su tre persone per distretto".

In conclusione, le tre sigle sindacali hanno chiesto che fondi pubblici stanziati per l'ente dalla Regione Lombardia vengano aumentati.
Interpellato dal quotidiano locale Il Brescia, l'assessore regionale all'Ambiente, il bresciano Franco Nicoli Cristiani, si è impegnato a risolvere la situazione con i colleghi di giunta, chiarendo, però, alcuni punti. "E' vero che c'è una questione organici, ma sollevare un caso Brescia mi sembra strumentale. Semmai esiste un problema generale dovuto al fatto che negli anni le richieste di prestazioni degli enti locali sono cresciute senza sosta e il ventaglio dei servizi si è allargato notevolmente, senza che a tutto ciò abbia corrisposto un'adeguata crescita delle risorse dell'Arpa".
Dunque servono più soldi: "Penso che il problema possa essere risolto già nel breve periodo e farò il possibile con i miei colleghi di giunta affinché vengano aumentati i fondi", spiega Nicoli, "per mettere l'Arpa in condizioni di lavoro ottimali credo che dagli attuali 59 milioni all'anno si dovrebbe passare a circa 80: secondo me", aggiuge, "si tratta di un obiettivo raggiungibile".

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