Bell: tremano i finanzieri bresciani

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Plusvalenze Telecom: il fisco chiede a Gnutti e soci quasi 2 miliardi di euro. 


(red.) Il mancato versamento dell'Irpeg sulla plusvalenza Telecom è stato contestato dal Fisco italiano ai soci di Bell; la finanziaria lussemburghese partecipata dai trader bresciani capitanati da Emilio "Chicco" Gnutti. Si tratta dell'azienda che acquistò società telefonica e la rivendette tempo dopo alla cordata Pirelli-Benetton (era il 2001).
l'Agenzia delle Entrate di Milano ha notificato ai rappresentanti della società l'atto finale di una procedura di accertamento. Praticamente è il provvedimento che dichiara chiuse le verifiche fiscali e chiede agli azionisti dell'epoca della società lussemburghese, quasi tutti italiani, di versare un totale di 1 miliardo e 937 milioni di euro. Per l'esattezza: 653 milioni e 987 mila euro di imposte evase; 106 milioni e 815 mila di interessi; 1 miliardo, 177 milioni e 884 mila euro di sanzioni.
Il fisco ha anche calcolato la "quota" che spetta da pagare ai 17 soci della finanziaria; un po' società e un po' persone fisiche. L'Hopa, per esempio, secondo l'agenzia del ministro dell' Economia, deve sborsare 635 milioni. Altri 416 sono in capo alla lussemburghese Gpp (sempre della galassia Hopa). La Gp Finanziaria di Brescia, ritenuta la cassaforte di Gnutti, è chiamata in causa per 36 milioni di euro. Per Unipol, invece, l'ammenda sarebbe di 60 milioni, per Antonveneta 184 milioni e per Interbanca (controllata dal Monte dei Paschi) 121 milioni. Anche i fratelli Ettore, Fausto e Tiberio Lonati, sono stati chiamati in causa come persone fisiche per circa 30 milioni di euro.
Ora la Bell avrà diritto di contrastare l'accertamento, respingendo l'accusa di evasione davanti alle commissioni tributarie, che sono i giudici dei processi fiscali, oppure potrà scegliere di conciliare o patteggiare.
Ma il Fisco ha mandato le carte anche in Procura, perché sono state proprio due indagini dei pm milanesi a riaprire l'affare Telecom.
La prima è una inchiesta che ipotizza per Gnutti il reato di frode fiscale in qualità di "amministratore di fatto" della Bell. L'indagine era stata resa vana da un accertamento dell'Agenzia delle Entrate, ai tempi in cui il ministro dell'Economia era Giulio Tremonti, che negò che la Bell fosse una società estero vestita solo per motivi fiscali, per nascondere cioè profitti prodotti in Italia da italiani. Questo fatto provocò anche una dura polemica fra Tremonti e Vincesco Visco.
Ma con il nuovo governo una seconda inchiesta della Procura, questa volta per tangenti, ha decapitato l'Agenzia delle Entrate di Milano. A quel punto i nuovi dirigenti hanno riaperto, oltre ai fascicoli per i quali si sospettava la corruzione, anche l'istruttoria fiscale sulla Bell. Concludendola ora con l'accertamento da quasi 2 miliardi.

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