Al Prealpino prosegue il presidio

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Gli immigrati protestano dopo lo sgombero della scala A del residence.


(red.) Una cinquantina di extracomunitari, quasi tutti uomini di nazionalità senegalese, hanno già trascorso all’aperto la notte tra giovedì e venerdì e si sono detti decisi a proseguire a oltranza il presidio all’esterno del Residence Prealpino di Bovezzo (Brescia), per protestare contro lo sgombero degli appartamenti della Scala A, avvenuto giovedì (leggi qui).
Il presidio all’aperto da parte dei senegalesi è continuato anche per tutta la giornata di venerdì e la notte dei manifestanti viene trascorsa su giacigli improvvisati per terra con qualche materasso e al riparo di tende leggere, con falò per combattere il freddo.
Sull’argomento c’è da registrare un nuovo intervento della 
segreteria cittadina della Lega Nord che chiede di arrivare al più presto alla conclusione definitiva dello sgombero: "Chiediamo che per rispetto dei residenti della zona, già subissati da anni di angherie da parte della popolazione extracomunitaria che vive nel residence, le forze dell’ordine si preoccupino di smantellare i blocchi e le barricate, alzate dai manifestanti, e di riportare la situazione alla normalità", dice il segretario Fabio Rolfi.
"Chiediamo inoltre che vengano fatti dei controlli per stabilire dove sono finiti alcuni degli abitanti del residence, perché sembra che siano già andati ad occupare alcuni stabili dimessi nella zona nord della città".
Gli immigrati, invece, con un volantino hanno spiegato le loro ragioni, contestando l'improvvisa fretta dello sgombero: "Gli accordi non possono essere rispettati, ma la partita tutto d’un tratto è da chiudersi in fretta. In vista delle elezioni è ora urgente per l’attuale amministrazione sbarazzarsi della questione Residence Prealpino".
E la protesta, secondo i senegalesi, è motivata: "Sono stati proposti solo alloggi inadeguati, con affitto insostenibile o troppo distanti dal luogo di lavoro. Ci troviamo privati delle nostre abitazioni e senza alcuna alternativa se non dormire per strada. Il prossimo appuntamento con la Prefettura è fissato mercoledì, questo significa almeno altri cinque giorni al freddo. C’è chi vuole farci passare come delinquenti e spacciatori; in realtà per strada si trovano lavoratori, famiglie: persone che come tutti hanno bisogno di una casa".

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