Droga, a Brescia cresce il traffico

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    cocaina4.jpgNel report sulla criminalità presentato al Viminale, in aumento il consumo di coca.


    pistola.jpg(red.) Diminuiscono gli omicidi, le rapine i furti mentre la lotta alle mafie e soprattutto l'aggressione ai loro patrimoni stanno dando risultati ''positivi'' e confermano la ''continuità e l'efficacia'' dell'azione dello Stato: dunque negli ultimi anni le condizioni di sicurezza in Italia sono ''considerevolmente migliorate'' tanto che ''si potrebbe quasi parlare di una vera e propria svolta 'silenziosa'''.
    Il 'Rapporto sulla criminalità e la sicurezza in Italia-2010', realizzato dalla Fondazione Icsa e presentato lunedì al Viminale in occasione delle celebrazioni per i cento anni del palazzo che ospita il ministero dell'Interno, fotografa e conferma quello che tutti i vertici delle forze di polizia hanno ripetuto più volte negli ultimi anni: la 'percezione' di insicurezza diffusa in alcune zone del paese non trova riscontro nei dati reali. Il risultato, si sottolinea nel rapporto (che si basa sull'analisi dei dati relativi a diversi decenni) è stato possibile grazie alla sinergia tra i soggetti istituzionali coinvolti e alla sempre più concreta partecipazione della società civile.
    MENO OMICIDI MA UNA VITTIMA SU QUATTRO E' DONNA ''Sono diminuiti gli omicidi e i furti”, si legge nel rapporto, “mentre le rapine hanno subito un vero e proprio crollo. E alcuni reati sono addirittura virtualmente scomparsi, come i sequestri di persona''.
    Nel 2009 in Italia si sono registrati 586 omicidi, uno ogni centomila abitanti, un valore molto vicino allo 0,9% che costituisce il valore più basso registrato nel nostro paese tra il 1965-68 e tra il 1970-71. Il dato negativo, afferma il rapporto, è però rappresentato dall'aumento del numero delle donne uccise: nel '91 erano solo l'11% delle vittime, oggi superano il 25%: in pratica una vittima su quattro è donna.
    violenza_stupro.jpgVIOLENZE SESSUALI: TOSCANA ED EMILIA IN TESTA ''Sebbene la divisione centro-nord da una parte e sud e isole dall'altra denoti una netta prevalenza dei reati violenti nel meridione”, rivela il rapporto, “la violenza sessuale ne costituisce una ferma eccezione''.
    Sono infatti la Toscana e l'Emilia Romagna a far registrare il tasso più elevato raggiungendo valori superiori alle dieci violenze sessuali per centomila abitanti di età superiore ai 14 anni. Nel 2009 il tasso più basso (5,1 violenze ogni centomila persone) lo ha fatto registrare il Friuli Venezia Giulia. La Toscana è anche la regione che ha il tasso più elevato di denunce per stalking (13,2) anche se il fenomeno appare relativamente più diffuso nel meridione.
    coacian.jpgDROGA Negli ultimi cinque anni, secondo il rapporto, i sequestri di sostanze stupefacenti hanno ripreso a crescere: ma se fino agli anni '90 era l'eroina la sostanza più presente sul mercato made in Italy, il sorpasso della cocaina è ormai consolidato.
    Nel 2009, per violazioni alla legge sugli stupefacenti sono state denunciate 60 persone ogni 100mila abitanti: ad aumentare è soprattutto il numero dei denunciati per traffico o coltivazione di cannabis (dall'1,3% del 2000 al 3,3% di due anni fa).
    Dal punto di vista geografico, la criminalità legata alla coca cresce rapidamente specie in alcune province ricche del paese, in Lombardia (Varese, Brescia e Milano), Liguria (La Spezia, Genova e Imperia), Toscana (Lucca e Livorno), Emilia Romagna (Forlì-Cesena e Bologna).
    CRIMINALITA' ORGANIZZATA A Cosa nostra, 'ndrangheta e camorra, sempre più orientate ad accentuare la propria vocazione imprenditoriale e a infiltrare l'economia legale, si sono affiancate negli ultimi anni le cosiddette "mafie straniere".
    Anche il Bresciano non sembrerebbe esente dall’infiltrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso, soprattutto nel settore dei rifiuti.
    "Negli ultimi dieci anni”, avverte il report, “le strutture mafiose hanno subito una progressiva erosione e sono stati catturati i principali latitanti" ma se l'attuale modello di contrasto si e' rivelato produttivo, a preoccupare e' ora "la progressiva e costante diminuzione delle condanne all'ergastolo" sia per la trasformazione delle guerre di mafia in "conflitti a bassa intensità" sia per la "pesante contrazione del numero di collaboratori di giustizia che riferiscono" di omicidi.

    dia.jpgMAFIE PUNTANO A ECONOMIA LEGALE, BENE CONTRASTO Cosa Nostra, Ndrangheta e Camorra rimangono organizzazioni criminali ''fortemente ancorate'' al controllo del territorio d'origine.
    Ma, avverte il rapporto, emerge ''una sempre più marcata proiezione ultraregionale attraverso differenziati modelli di interazione e infiltrazione nei contesti socio economici''.
    Perchè ''l'inquinamento dell'economia legale'' consente ai clan di avere ''piena soggettività'' sia in Italia che all'estero. A fronte di ciò, però, lo Stato è riuscito in questi anni ad esercitare ''un'azione di contrasto che consegna un bilancio senz'altro positivo'', mettendo in campo una ''risposta continuativa e massiccia alle pervasive attività delle organizzazioni criminali''. Il risultato e' che dal 2006 al 2009 sono stati catturati 8851 latitanti (40 di massima pericolosità), tra cui molti elementi di spicco delle cosche.
    Altro elemento di ''rilevante impatto'' nella lotta alle mafie, dice il rapporto, è stato il contrasto ai loro patrimoni.
    ''Un'accelerazione a partire dal 2007 a testimonianza di un'eccezionale continuità ed efficacia del modello statale''.
    Dal 2005 al 2009 sono stati sequestrati beni per oltre 11 miliardi e confiscati beni per un valore superiore ai 2,5 miliardi. Il rapporto sottolinea però la necessità di intervenire con più efficacia nella distribuzione dei patrimoni sequestrati e di risolvere quei ''nuclei di criticità'' in alcuni contesti e in alcune situazioni economico-professionali ''ad alto rischio di penetrazione mafiosa''.
    profughi.jpgIMMIGRATI CLANDESTINI Il rapporto conferma che i risultati ottenuti nel contrasto agli sbarchi nel 2009 e nel 2010 ''è in gran parte da attribuire alla promozione di accordi bilaterali tra l'Italia e i paesi di provenienza e transito'' dei migranti. Quanto all'introduzione del reato di clandestinità, introdotto a luglio del 2009, fino ad aprile 2010
    sono stati 20mila i migranti denunciati.

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