Desenzano, “peccato non fare le primarie”

Idv, Psi e Sel contro la sezione locale del Partito Democratico: "Separati non si ottiene nulla. Scelte deleterie per il centrosinistra sul lago di Garda".

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    Segreterie provinciali di Sel, Psi e Idv sul piede di guerra(s.s.) Le segreterie della provincia di Brescia di Sel, Idv e del Psi hanno attaccato il Pd desenzanese. A meno di un anno dalla prossima tornata elettorale, che chiamerà gli elettori della cittadina lacustre a scegliere il proprio sindaco, il centrosinistra si trova inaspettatamente diviso.
    Dopo iniziali discorsi di unità, la rottura è arrivata sul nodo delle primarie che si terranno il 6 novembre e che il Partito Democratico ha deciso di fare da solo. A nulla, pare, sarebbero valse le linee di indirizzo del segretario di Brescia Pietro Bisinella il quale, secondo quanto riportano i tre colleghi segretari, avrebbe più volte sostenuto la necessità di una coalizione. E invece no. A Desenzano saranno primarie di partito e non di coalizione. I due candidati, infatti, saranno Rosa Leso e Fiorenzo Pienazza, entrambi dirigenti di partito.
    Non è stato solo questo a far salire il sangue alla testa agli altri partiti del centrosinistra. Il Pd di Desenzano, infatti, ha scelto la strada della lista civica. Quasi una contraddizione in termini, ma già avanzata la scorsa tornata elettorale, anche se non con felici risultati. “Ci hanno detto che dopo le primarie inizieremo a parlare di alleanze”, ha spiegato Luigi Lacquaniti, segretario provinciale Sel, “ma hanno già specificato che nessun simbolo comparirà nella lista, né quello del Pd né nessun altro. Il Pd di Desenzano è rimasto l’unico a credere nel principio veltroniano dell’autosufficienza, e l’ultima tornata elettorale lo dimostra”.
    “Frazionati non si va da nessuna parte”, ha aggiunto il segretario dell’Idv Salvatore Palmirani. “A Desenzano il centrosinistra ha grosse possibilità, grazie anche alla frattura fra Lega e Pdl, il Pd non può essere indisponibile al dialogo in questo modo”. Il partito di Di Pietro non è disposto ad abbandonare il proprio simbolo per ordini di scuderia, ma anzi è pronto a rilanciare: “Se non riusciremo a riaprire un dialogo, siamo anche disposti a presentarci con un nostro candidato”. I tre partiti, infatti, di fronte alle bizzarrie del Pd locale non sono rimasti con le mani in mano e hanno proseguito nella strada dell’unità di coalizione a cui si sono aggiunti i giovani di “Desenzano in movimento” e la Costituente ecologista dei Verdi. Il rischio, quindi, è che il Pd si presenti alle amministrative con una lista civica e che il resto del centro sinistra si coalizzi in una seconda proposta.
    Dopo Brescia, Desenzano è il comune più grosso della provincia con oltre 27mila abitanti. Una piazza elettorale che nessuno è disposto a perdere. “Questa vicenda tocca il ruolo dei partiti e delle liste civiche: deve essere rispettato sia il civismo che la militanza. Il Pd non può presentarsi come una lista civica, è un imbroglio per gli elettori. E noi non vogliamo fare i satelliti del sole, ma avere uguale dignità e lavorare insieme per il buon governo del paese” ha concluso Maria Cipriano, segretaria provinciale del Psi.

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