Macogna, “più che una cava è un parco”

Cazzago, Berlingo, Travagliato e Rovato hanno sollecitato la Provincia di Brescia a intervenire per trasformare l'area in Parco sovracomunale.

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    (s.s.) Partendo dalla fine, almeno per ora, della lunga vicenda del parco della Macogna e dell’ambito estrattivo 14, la Provincia di Brescia ha intimato alla ditta Nord Cave di sospendere le attività nella cava Macogna-Bornadina. O meglio, gli ha dato tempo dieci giorni, la notifica è del 7 settembre, per adempiere agli obblighi contrattuali tuttora inevasi, pena la revoca dell’autorizzazione all’estrazione.
    Secondo i comuni di Cazzago, Berlingo, Travagliato e Rovato, uniti dalla creazione del parco agricolo locale della Macogna, che hanno sollecitato il settore Ambiente della Provincia per ottenere la diffida, la ditta non ha mai eseguito l’allargamento di via Bornadina e la realizzazione di una pista ciclabile così come stipulato negli accordi. Ora la ditta dovrà porvi rimedio in dieci giorni.
    Ma i quattro comuni hanno con la Provincia un’altra partita aperta. Settimana prossima sono stati chiamati a depositare in Broletto un’ulteriore documentazione a sostegno della richiesta affinchè il parco della Macogna diventi di interesse sovracomunale (Plis), mentre le quattro amministrazioni hanno già provveduto a proclamarlo di interesse locale. La richiesta è partita circa due anni fa e non ha ancora concluso il suo iter. E proprio domenica si svolgerà all’interno del parco la festa in cascina organizzata dall’associazione “Progetto Macogna”.
    All’azienda agricola “Al Berlinghetto” in via Esenta è stata organizzata un’escursione botanica per scoprire le essenze presenti nel parco, sarà allestita un’area ristoro con prodotti agricoli a chilometro zero e verrà presentata la nuova cartellonistica tematica in cui sono indicate le particolarità architettoniche, vegetali e i canali d’acqua che interessano gli 80 ettari del parco. Il tutto per ribadire che il parco è ormai una realtà aggregativa per gli abitanti ma anche per i produttori della zona e non solo una scusa per evitare altre discariche nella zona.
    Proprio per discutere di una di queste richieste di autorizzazioni (la ditta Drr ha presentato domanda per un sito di conferimento di rifiuti inerti da circa 1,2 metri cubi all’interno del parco dopo che l’anno scorso nello stesso Ate gli era stato bocciato un progetto per rifiuti speciali), i quattro comuni sono stati convocati il 28 settembre in Regione  per la conferenza dei servizi finale che dovrebbe esprimere parere sulla domanda. “La Provincia deve chiarire la sua posizione sull’area, la decisione sul Plis non può più essere rimandata”, ha commentato Angelo Bergomi vicesindaco di Rovato. Avere una discarica di inerti all’interno del Plis è una contraddizione in termini”.
    A fianco della zona interessata dalla Drr, anche la ditta Profacta ha avanzato una richiesta per una seconda discarica, ma al momento l’iter autorizzativo è stato sospeso grazie all’intervento dei comuni. “Il parco deve essere inteso come un’opera di compensazione per gli abitanti della zona ha hanno subito gravi danni in questi anni dalle attività di escavazione e il conferimento di rifiuti illegali”, ha spiegato il sindaco di Berlingo Dario Ciapetti. Negli anni, infatti, diversi episodi di escavazione e stoccaggio abusivo di rifiuti hanno interessato l’Ate 14, con sequestri da parte della Procura e indagini in corso. “Per questo abbiamo chiesto la sospensione immediata di tutte le autorizzazioni all’escavazione in attesa che si chiarisca il quadro delle indagini”.
    “Anche le infrastrutture di Tav e Brebemi che attraversano il parco dovranno fare la loro parte per quanto riguarda le mitigazioni che non sono ancora state specificate”, ha specificato il primo cittadino di Cazzago San Martino Giuseppe Foresti.

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