Tagli alle materne, “alcune inesattezze”

Il comune di Brescia ha replicato alla petizione. L'assessore Andrea Arcai ha chiesto un contatto per fissare un incontro con i genitori.

(red.) In seguito alla petizione presentata da alcuni genitori degli studenti delle scuole materne Caionvico, Gallo, Rebuffone e Valotti, l’amministrazione comunale di Brescia, nel disagio di prendere la decisione di effettuare alcuni tagli imposti dalla Legge di stabilità, è costretta a evidenziare che le attribuzioni presentate contengono alcune imprecisioni che è necessario chiarire.
“Nel Servizio Scuole dell’Infanzia”, ha spiegato la Loggia, “ci sono già scuole a due sezioni (classi) che funzionano ottimamente anche perché la competenza professionale dei docenti non viene meno se si chiude una sezione. Dal punto di vista logistico l’aula non più occupata dalla sezione può diventare refettorio (e nelle scuole in oggetto non c’è refettorio) o laboratorio per varie attività didattiche previste dal piano dell’offerta formativa”.
“La continuità educativa e didattica”, prosegue il documento del comune, “non è rappresentata esclusivamente dalla permanenza della singola insegnante, bensì dal team nel suo complesso che elabora e gestisce il Piano dell’offerta formativa. Quando una maestra rimane assente, per esempio per maternità, lascia la scuola mediamente per due anni scolastici e, a questo proposito, non si registrano problemi di sorta con la sostituzione dell’insegnante nella relazione educativa con gli alunni. La compresenza di varie età di bambini viene comunque garantita perché anche le sezioni rimanenti nelle scuole in oggetto saranno composte da bambini di almeno due età”.
Nelle scuole “Bettinzoli”, “Tonini”, “Ingranata”, si sperimentano da anni, con successo, sezioni bi-età. Nessun bambino, secondo l’assessorato alla Pubblica istruzione, in età di scuola dell’infanzia si reca a scuola da solo, ma è sempre comunque accompagnato dai genitori sia che la scuola si trovi di fronte casa o distante. “Considerato che il costo per ogni alunno in una scuola comunale è di circa 6mila euro annui è facilmente rilevabile che la spesa complessiva sostenuta dal comune di Brescia per i 125 bambini residenti in altri comuni è di entità rilevante”.
Si dice, poi, nel documento che i tagli incidano sulla qualità della vita e sulla quotidianità di 400 bambini: “Non si capisce da dove nasca questo numero tenendo conto che i bambini interessati alla chiusura delle sezioni previste non dovrebbero superare complessivamente le 70-75 unità. Non è intenzione dell’amministrazione comunale chiudere alcuna delle quattro scuole nei prossimi due anni e neppure nei successivi”.
L’assessore Andrea Arcai, nell’impossibilità di contattare i promotori e i firmatari della petizione (il documento, sebbene firmato, non contiene indicazioni di contatti telefonici o mail), ribadisce la massima disponibilità e apertura al confronto e per questo rinnova l’invito all’appuntamento proposto per mercoledì 25 gennaio alle ore 14,30 nel salone Savoldi di piazza Repubblica,1.

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