Caccia, uno sport che pesa sulla collettività

A dirlo, le associazioni che vorrebbero l'abolizione dell'attività venatoria. Domani, a Brescia, la manifestazione nazionale, con partenza alle 15 da via Volturno.

(red.) Dire no alla caccia non è solo una questione etica, ma anche economica.
A denunciare i costi collettivi dell’attività venatoria sono la Lac (Lega per l’Abolizione della Caccia)  insieme ad altre associazioni del Coordinamento Ambientalista ed Animalista di Brescia(Enpa, Lav, Lipu, Oipa, Anpana), che sabato 15 settembre organizzano una manifestazione nazionale a Brescia. Dalle 15, un corteo partirà dal piazzale Iveco di via Volturno in via Milano.
“Mentre dall’Europa”, si legge in una nota congiunta, “sono in arrivo le maximulte, è di questi giorni il progetto di legge (181/12) regionale lombardo che prevede l’uccisione di 300.000 fringuelli ed altre centinaia di migliaia di uccelli (37.000 peppole, 20.000 pispole, 12.500 frosoni): un’offesa per le tasche di tutti gli italiani”. Spende anche l’assessorato provinciale alla caccia, per pagare i roccolatori impegnati a catturare decine di migliaia di richiami vivi da distribuire gratis ai capannisti, per sostenere censimenti e per finanziare l’abbattimento di cinghiali immessi illegalmente sul territorio dagli stessi cacciatori.
“Le tasse e le imposte versate da una popolazione (80% degli italiani) che esprime la propria contrarietà alla caccia servono per sostenere l’interesse di 700 mila italiani (35mila nel bresciano) che hanno regalato al nostro Paese procedure d’infrazione e condanne della Corte di giustizia europea che in prospettiva costeranno a tutti noi milioni e milioni di euro. Senza contare i costi sostenuti dagli uffici legali delle Province e delle Regioni per contestare i ricorsi al Tar promossi dalle associazioni animaliste (Lac in testa, quasi sempre vinti) che contrastano proprio quelle folli politiche a vantaggio di pochi estremisti venatori”.
Nell’elenco delle spese, gli ambientalisti considerano anche quelle, sempre legali, sostenute dagli enti locali nel tentativo ripetuto stancamente ogni anno di aprire gli impianti di cattura per gli uccelli da richiamo. “Quest’anno, nonostante le battaglie della Lac avallate fino al livello della Commissione europea la Lombardia ha varato un nuovo provvedimento in materia. E allora verranno buttati altri soldi dei contribuenti per contrastare il nuovo, inevitabile ricorso.
Nei costi, dal quale abbiamo finora stralciato quello spaventoso rappresentato da 200 milioni di animali abbattuti ogni anno nel nostro Paese nel nome di uno sport o di una tradizione, rientra anche un’altra voce: chi paga per gli effetti sul terreno, sull’acqua e su milioni di esseri viventi (uomini compresi) per la contaminazione causata dalle 25 mila tonnellate di pallini di piombo sparati ogni anno in Italia?”.

 

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